NIVES CONCOLINO
Cronaca

Riccione, giovani milanesi in trasferta sfasciano Bagno sulla spiaggia

Giovani in vacanza devastano tutto: cabine sfondate, porte scardinate, pali delle tende e altre attrezzature, usate come grimaldello, sparse ovunque sull’arenil

Una gang

Milano, 23 aprile 2019 - Con un'incredibile furia hanno devastato il Bagno Armando, zona 103 di Riccione sul lungomare della Costituzione. All’opera cinque ragazzi, di cui due sedicenni residenti nel milanese, venuti in campeggio per trascorrere le vacanze di Pasqua. A fermarli sono stati i carabinieri che, allertati dagli ospiti di un vicino hotel, li hanno colti mentre si lavavano mani e ferite in una fontanella a pochi metri.

Le loro mamme hanno già provveduto a scusarsi e a risarcire i danni. Desolante la cartolina che ieri mattina si è presentata alle titolari dello stabilimento balneare: cabine sfondate, porte scardinate, pali delle tende e altre attrezzature, usate come grimaldello, sparse ovunque sull’arenile. Per i titolari delle attività finite nel mirino è stata una Pasquetta di rabbia. Rimboccate le maniche, gli operatori hanno provveduto a rimettere, per quanto possibile, tutto in sesto. Federica Fabbri con la sorella Barbara gestisce il Bagno 103. «Una cosa del genere non c’era mai successa – esclama incredula – Essendo festa ieri mattina io e mia sorella ci siamo adoperate da sole, per sistemare quello che si poteva. Le cabine prese di mira sono cinque, per sfondare le grate delle porte sono stati usati i pali che erano ammucchiati lì accanto». Un incredibile tiro a segno, durante il quale uno dei ragazzi si è anche ferito, perché sul posto è stato trovato del sangue.

«Il fatto è successo la sera di Pasqua, verso le 22. Ad accorgersene sono state delle signore che erano sui balconi del vicino hotel. Sono state loro a chiamare i carabinieri che hanno trovato i ragazzi che si stavano lavando. Si è trattato infatti di un puro atto vandalico». E ancora: «Le mamme ieri hanno provveduto a risarcire il danno e scusatesi con noi per quanto era successo, hanno obbligato i figli a fare altrettanto. Hanno anche ammesso che i ragazzi, trovandosi a Riccione, avevano bevuto, ma non pensavano potessero arrivare a tanto».