Rapina in villa Inzago, l'imprenditore vittima: mia moglie gridava, la stavano picchiando

Dimesso dall’ospedale, l’uomo di 68 anni racconta i terribili momenti del raid in via delle Orchidee: "Ero al piano di sopra, lei è uscita a fumare una sigaretta e l’hanno presa"

Inzago (Milano), 27 ottobre 2022 - Stanco, provato, ancora scioccato. Preoccupato per la moglie, ancora in ospedale. L’allucinante sequenza dell’altra sera stampata negli occhi e nella mente: "Sono stati momenti terribili". È stato sentito dai carabinieri ieri pomeriggio a Cassano d’Adda, dopo le dimissioni, l’imprenditore 68enne vittima con la moglie del pestaggio e della rapina avvenuta lunedì sera nella villetta di via delle Orchidee a Inzago. Le sue condizioni sono buone. Meno quelle della consorte, ancora in osservazione per le conseguenze dell’aggressione e per un fortissimo stato di choc. Rimarrà ricoverata, si suppone, almeno per un'altra decina di giorni. Ai militari l’uomo ha restituito la prima ricostruzione diretta di quanto avvenuto l’altra sera. Lui era appena tornato dal lavoro, era al piano di sopra. La moglie in giardino, a fumare una sigaretta e a chiudere le imposte.

"All’improvviso ho sentito dei rumori e delle grida – ha raccontato ai militari –. Sono sceso per le scale. E me li sono trovati davanti, già tutti in casa". Pochi minuti di violenta sarabanda. La sorte peggiore è toccata alla donna, già percossa nei primi istanti di irruzione, pestata ancora davanti al marito, a sua volta preso a calci, schiaffi e pugni. Poi l’epilogo. La combinazione della cassaforte comunicata, la coppia spinta in una camera al pianterreno, chiusa a chiave dall’esterno.

Quando i due hanno capito che i banditi se n’erano andati, si sono liberati da soli: "Abbiamo forzato la porta, loro si erano portati via la chiave". Incerto ma non ingente, a quanto risulterebbe, il bottino. Pochi i dettagli riferiti sui malviventi, a volto coperto e visti dall’uomo per pochi, concitati istanti. L’ipotesi è che si tratti di una banda di esperti. Che potrebbe, condizionale d’obbligo, aver "curato" già nei giorni precedenti casa e abitudini dell’imprenditore, benestante titolare di un’attività nel settore edile e tecnico, e della sua famiglia.

Per Inzago un salto all’indietro di oltre dieci anni. Era il 2011 quando i carabinieri, dopo lunghe indagini, misero le mani su una banda di moldavi responsabili di una novantina di furti e rapine nel Milanese. A dare il via all’inchiesta era stata, nella primavera di quell’anno, una cruenta rapina in villa proprio a Inzago: quattro banditi si erano introdotti in casa, avevano legato madre e due figlie adolescenti e torturato il capofamiglia per farsi consegnare il codice della cassaforte. Erano poi fuggiti con un bottino di 40mila euro.

Alla coppia rapinata lunedì sera il messaggio affettuoso del sindaco Andrea Fumagalli: "Non appena si saranno ripresi, e la moglie sarà tornata a casa, andrò a far loro visita. Quanto avvenuto ha scosso tutto il paese".

 

 

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