Meazza, club pronti a sedersi al tavolo. Ma resta il nodo dei tempi

Schermaglie con il Comune sulla data dell’incontro. Il sindaco non ha fretta, le società sì e pensano al piano B: il trasloco a Sesto

Il rendering che mostra lo stadio Meazza (a destra) e il nuovo stadio affiancati

Il rendering che mostra lo stadio Meazza (a destra) e il nuovo stadio affiancati

Milano, 21 novembre 2019 - Chiamo io per primo o aspetto l’invito dell’altro? Questo è il problema. Comune, da una parte, e Milan e Inter, dall’altra, sono pronti a sedersi a un tavolo di confronto sul futuro dello stadio di San Siro, ma la data dell’atteso incontro, sollecitato a più riprese dal sindaco Sala e dall’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran, non è stata ancora fissata. Le schermaglie non sono finite, il confronto faccia a faccia tra le due parti può attendere. I vertici dei club, però, ieri hanno analizzato nei dettagli la lettera di risposta del Comune dopo quella rossonerazzurra che chiedeva all’amministrazione indicazioni precise sul riutilizzo del Meazza e chiarezza su eventuali vincoli posti dalla Sovrintendenza sull’attuale impianto. La replica di Palazzo Marino non ha soddisfatto del tutto le società, perché non ha accolto la richiesta di Milan e Inter di accelerare i tempi della decisione finale. Nelle missiva, infatti, l’amministrazione municipale non solo ribadisce alle società, come già indicato nella delibera di Giunta, che lo studio di fattibilità tecnico economica presentato da Milan e Inter lo scorso 10 luglio dovrà essere rivisto con «volumetrie ridimensionate» e «rifunzionalizzazione (non demolizione, ndr ) del Meazza», ma precisa ai club che «non ci sono vincoli di legge relativi alle tempistiche di ridefinizione dello studio di fattibilità e per la presentazione del progetto definitivo».

Come dire: finché non c’è l’accordo sul progetto definitivo per tutta l’area di San Siro, non può scattare il calcolo dei 18 mesi indicati nella legge per i nuovi stadi. Il Comune, insomma, non ha fretta, mentre Milan e Inter vorrebbero definire l’accordo in tempi brevi e realizzare lo stadio entro il 2023. Posizioni temporali distinte e distanti. Tanto che sul tavolo delle società calcistiche guadagna posizioni il Piano B, cioè la realizzazione del nuovo stadio e del distretto multifunzionale nell’area ex Falck di Sesto San Giovanni. Il fronte del sì al nuovo stadio a San Siro, intanto, non molla. «Milano merita di +», l’associazione legata all’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera e al consigliere comunale Alessandro De Chirico, entrambi di Forza Italia, ha organizzato per domani alle 21 nella Sala del Peso dell’Ippodromo del Galoppo un incontro dal titolo «Nuovo stadio. Un’opportunità per Milano». Tra i relatori l’amministratore delegato del Monza Adriano Galliani e i rappresentati dei due studi di architettura che hanno curato i rendering del nuovo stadio, Populous e Manica. De Chirico, intanto, spiega: «Milano non può permettersi di lasciarsi sfuggire un investimento di 1,2 miliardi di euro per riqualificare un intero quartiere. Con il nostro convegno iniziamo un percorso di ascolto dei milanesi che Sala, impegnato a scrivere lettere, non ha ancora incontrato. Perché oltre alle società calcistiche, anche San Siro, Quarto Cagnino e Trenno chiedono chiarezza. Ho chiesto per questo un’audizione del sindaco per capire se esiste un piano B del Comune se le squadre dovessero abbandonare il Meazza».  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro