Maxi-traffico, 57 indagati Droga? Nel carro funebre

Chiuse le indagini su due gruppi accusati di aver mosso sei tonnellate in un anno. C’è anche l’ex pm degli arbitri. Hashish e marijuana dalla Spagna in Lombardia.

Maxi-traffico, 57 indagati  Droga? Nel carro funebre

Maxi-traffico, 57 indagati Droga? Nel carro funebre

In tempi di lockdown trafficavano con la droga usando anche u carro funebre. "È pieno di cc, polizia, esercito. Solo i carri funebri non fermano. Sai come mi diverto quando ci fanno passare. Potrei portare il mondo…" diceva uno dei complci interecettato, di mestiere agente delle pompe funebri. E Il suo interlocutore scherzando: "Il fumo mettilo con il morto, fra’". E quello: "Ci sto pensando".

Sono 57 le persone - italiani, spagnoli, albanesi - per le quali la Procura ha chiuso le indagini in vista della richiesta di processo per un maxi traffico internazionale di droga tra Italia e Spagna traffico internazionale di hashish e marijuana. Tra loro Rosario D’Onofrio, il 42enne ex militare ed anche ex procuratore capo dell’Aia ( l’associazione italiana arbitri) e tra coloro finiti in carcere, il 10 novembre dello scorso anno, nell’inchiesta coordinata dai pm Rosario Ferracane e Sara Ombra e condotta dal Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano.

Nei mesi scorsi nell’inchiesta erano state emesse misure cautelari, firmate dal gip Massimo Baraldo, per 42 persone in totale. L’ex ufficiale dell’esercito D’Onofrio, tra l’altro, era già stato arrestato in flagranza di reato nel maggio 2020 per aver trasportato 44 kg di marijuana e poi condannato a 2 anni e 8 mesi. Secondo la ricostruzione riportata nel provvedimento del giudice, D’Onofrio, durante il periodo del lockdown nel 2020, avrebbe anche indossato la divisa per circolare senza problemi e consegnare la sostanza stupefacente o gli incassi dello spaccio a cittadini cinesi, affinché li trasferissero illegalmente in Spagna.

Dall’inchiesta era emerso che oltre sei tonnellate, tra marijuana e hashish, erano state trasportate dalla Spagna in Lombardia nel giro di un anno e nascoste non solo tra i bancali di frutta o verdura, ma per l’appunto pure in un carro funebre. Dagli accertamenti successivi gli investigatori hanno capito che i complici erano dotati di cellulari con "sofisticate applicazioni per la trasmissione criptata delle comunicazioni". E hanno potuto delineare un secondo gruppo di trafficanti "capeggiato da due fratelli" che, "con il supporto di un parente e di altri sodali", tra l’Italia e la Spagna "hanno gestito l’importazione" di marijuana e hashish sin dal 2014.

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