NICOLA PALMA
Cronaca

Maxi restyling in piazza Duomo. Il Consiglio di Stato dà torto a tutti. Affossato il progetto di restauro

Al centro della contesa il contratto di sponsorizzazione per interventi su portici e facciate dei palazzi. Respinti i ricorsi di Urban Vision e Comune. Bocciata ancora la commissione: regole cambiate in corsa.

Maxi restyling in piazza Duomo. Il Consiglio di Stato dà torto a tutti. Affossato il progetto di restauro

Maxi restyling in piazza Duomo. Il Consiglio di Stato dà torto a tutti. Affossato il progetto di restauro

Alla fine hanno perso tutti. E il progetto di restaurare le facciate e i sottoportici settentrionali e meridionali di piazza Duomo, nonché la Cittadella degli Archivi di via Gregorovius, è stato definitivamente affossato. L’ingarbugliata vicenda processuale si è conclusa due giorni fa con il pronunciamento del Consiglio di Stato, che ha respinto i ricorsi di tutti gli attori in campo. Conclusione: tutto da rifare. A questo punto, serve un passo indietro per ricostruire tutte le puntate della telenovela legale. Nel 2020, il raggruppamento di imprese composto da Riva Impresa Restauri e Vox Media propone al Comune un contratto di sponsorizzazione per l’esecuzione del restyling in pieno centro. La Giunta lo valuta positivamente e lancia un avviso pubblico. Con una clausola: in caso di offerta economica migliore da parte di un competitor, Vox Media avrà comunque la possibilità di pareggiare la proposta.

A quel punto, Urban Vision, altra società specializzata nella gestione di spazi pubblicitari su ponteggi e recinzioni di cantieri, fa ricorso al Tar, spiegando che nel bando non è stato inserito un rimborso spese per la redazione del progetto in caso di sconfitta. I giudici accolgono l’istanza, e di conseguenza Palazzo Marino riscrive l’avviso attenendosi alle indicazioni del Tribunale amministrativo. La gara se l’aggiudica la coppia di società Tmc-Acone con 83,7 punti, ma Riva e Vox Media (terzi in classifica con 63,8 dopo Urban Vision a quota 79,5) accettano di pareggiare l’offerta dei primi. Così il 13 febbraio 2023 l’amministrazione assegna provvisoriamente a Riva e Vox Media il contratto. Urban Vision si rivolge nuovamente al Tar, sostenendo che la commissione giudicatrice avrebbe cambiato in corsa i criteri di valutazione e chiedendo di essere collocata al primo posto. Il successivo 3 agosto, il Tribunale amministrativo accoglie parzialmente il ricorso: ritiene accertata l’illegittimità dell’operato della commissione ("Palesemente travalicati i confini propri dell’organo tecnico di valutazione"), ma frena la scalata di Urban Vision disponendo una nuova valutazione da parte di un organismo in diversa composizione. La società si appella al Consiglio di Stato per conquistare il diritto al primo posto. E a stretto giro sia Tmc-Acone che Palazzo Marino replicano con due istanze incidentali: il Comune, in particolare, chiede che venga annullata la parte di sentenza del Tar in cui è stato ritenuto scorretto l’operato della commissione, ribadendo che l’assegnazione dei punteggi è avvenuta correttamente.

I giudici di Palazzo Spada hanno esaminato in via preliminare i ricorsi dell’amministrazione, confermando quanto deciso in primo grado: la decisione di introdurre diversi parametri di valutazione ha "irrimediabilmente alterato la procedura". Questa premessa si porta dietro una conseguenza inevitabile: la domanda di Urban Vision "deve ritenersi implicitamente respinta", visto che il "mancato compimento di segmenti procedimentali" da parte della commissione di gara ha reso vano l’intero iter. Il motivo? "La commissione non si è espressa sulla base dei criteri di valutazione indicati dalla Giunta comunale e riportati nell’avviso, come avrebbe dovuto, ma sulla base di criteri dalla stessa illegittimamente modificati, che ne hanno pregiudicato l’imparzialità".

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