
Festa al Vittorio Veneto (Newpress)
Milano, 9 luglio 2017 - Alla fine della quarta superiore due professoresse avevano alzato bandiera bianca, chiedendo di non avere più "la famigerata quinta L". "Il rendimento non è sempre stato dei migliori, non eravamo una classe modello – ammette la classe, al portone del liceo scientifico Vittorio Veneto – ma non pensavamo ci abbandonassero così. In quinta ci siamo trovati con tre prof nuove nelle materie più importanti: 20 ore su 30 con insegnanti diverse". Ma proprio quella maturità ha segnato il riscatto: tutti ammessi, tutti promossi: nessun 60, ci sono pure un 100 (Federica Bonatti) e un 99 (Pietro Zambelli). "Eravamo stati additati un po’ da tutti come quelli che non avevano voglia di fare, quelli che non potevano essere portati in gita di classe, l’unica gita non in giornata l’abbiamo fatta in quinta, forse per pietà – raccontano gli studenti, pronti a partire ancora tutti insieme per il viaggio di maturità –. Quando il primo giorno di scuola abbiamo saputo della richiesta esplicita fatta dalle docenti alla preside di non avere più la nostra classe, l’insegnamento di vita che ci era rimasto impresso è che davanti a una difficoltà si abbandona, si getta la spugna". È stata dura cominciare l’anno così, la loro "fama" poi li precedeva.
Eppure c’è stata la svolta. "Abbiamo avuto la fortuna di essere accompagnati da professori, in primis la nuova docente di matematica e fisica, capaci di staccarsi dall’immagine che ci avevano affibbiato. Fin dal primo giorno ha creduto in noi. La maturità per noi è stata una possibilità. Non l’abbiamo vissuta né come un gioco, né come un flagello. È stata una sfida, un’opportunità per dimostrare il nostro valore a chi aveva creduto in noi ma soprattutto a chi non aveva visto nulla di buono". Ottimi risultati anche in quinta I con un tris di 100: Chiara Bassetto, Simone Piane, Francesco Troisi e Vittorio Grasso (che ha chiuso l’anno con un bel 97) studiano insieme dalla prima. Sono due futuri medici e due futuri ingegneri, hanno stupito le commissioni con tesine su nutrigenomica, libertà e responsabilità della scienza, rotte aeree e intelligenza artificiale. Alla fine del percorso delle due classi si è commossa anche la prof di matematica: "Devo dire grazie alla commissione che con professionalità ha saputo creare un clima disteso, ogni studente ha potuto esprimere ciò che aveva imparato – racconta Lorella Carimali –. Un esempio? Chiara finisce il suo esame e dopo aver descritto con sicurezza alla collega di fisica che è stata anche una ricercatrice del Cern le ipotesi di De Broglie, il modello atomico di Bohr, l’equazione di Schrödinger , la sua funzione d’onda e il principio di indeterminazione di Heisenberg, scoppia in un pianto liberatorio ed esclama: ‘Grazie, grazie per avermi permesso di esprimere ciò che sapevo, non dimenticherò questo giorno… farà parte della mia vita’. Davanti a quelle parole non ho potuto fare a meno di versare qualche lacrima pensando alla “signora Scuola” capace anche di questo".