ANNA GIORGI
Cronaca

Milano, "massaggiatrice" strangolata in casa: l'autopsia svela il giallo

Il killer le ha strappato una ciocca di capelli e le ha rotto un orecchino, poi l’ha strangolata

I rilievi  nella casa  di via Esterle

I rilievi nella casa di via Esterle

Milano, 6 aprile 2019- Un colpo forte alla testa, che le ha procurato una ferita profonda all’arcata sopraccigliare destra e un grosso ematoma, le ha strappato una ciocca di capelli e le ha rotto un orecchino, poi il killer l’ha strangolata, ci sono segni evidenti sul collo, e le ha premuto un cuscino sulla bocca, senza sapere che in quel momento la donna era già morta per via del soffocamento.

I risultati dell’autopsia, finiti ieri sul tavolo degli investigatori, portano certezza sulla modalità della morte di Hong Songmei, cittadina cinese di 54 anni, professione ufficiale «massaggiatrice», prostituta per gli investigatori, attività che gestiva, insieme a una connazionale, all’interno dell’appartamento in cui è stata trovata morta, in via Esterle 29, traversa di via Padova. La donna era vestita, adagiata sul letto, ma con segni sul corpo compatibili con una aggressione particolarmente violenta, qualche elemento, come gli orecchini strappati e troppi lividi, da subito avevano fatto dubitare di una morte avvenuta per cause naturali. L’ultima a vederla viva sarebbe stata proprio la coinquilina, rientrata all’ora di pranzo, si sarebbe accorta che l’amica era distesa sul letto, così avrebbe chiamato l’ambulanza. La donna, interrogata a lungo dai carabinieri della compagnia Monforte, avrebbe fornito versioni con qualche contraddizione. L’appartamento in cui è avvenuto il delitto è al primo piano di un palazzo anni Sessanta di cinque piani, zona tranquilla, a metà di via Padova.

Nessuno nel palazzo si era mai accorto di nulla, le due donne conducevano vite molto riservate, non davano fastidio, nessuno ha mai nemmeno notato viavai sospetto all’interno della casa, molti non sapevano nemmeno chi fosse Hong. La coinquilina, un cliente o il protettore. Ruotano in un mondo piccolo le indagini sulla morte della povera donna, che a Milano non aveva famiglia, nè amici. Un cellulare personale della donna è stata trovato in casa, gli investigatori dei carabinieri, invece, non hanno mai trovato quello «di servizio». Sul flusso telefonico della ultime ore si sono concentrati gli inquirenti, anche perché la donna è morta, ne sono certi i carabinieri, a seguito di una aggressione dovuta a uno scatto d’ira. Non un killer professionista. Si ipotizza una lite, poi le botte che le avrebbero procurato il grosso ematoma all’occhio e il sangue al naso, lo scatto di rabbia finale con lo strangolamento e la volontà di accanirsi con il cuscino sulla bocca premuto così forte da averle procurato una fuorisucita di sangue anche dalla bocca.

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