Milano, massaggiatrice cinese soffocata: indagata la sua 'socia'

La coinquilina potrebbe aver avuto un ruolo nel delitto

I carabinieri sul luogo del delitto

I carabinieri sul luogo del delitto

Milano, 8 agosto 2019 - C'è un indagato per la morte di Hong Songmei, la donna cinese di 54 anni trovata morta nella traversa di via Padova, ormai tre mesi fa. È la donna che condivideva con lei il piccolo appartamento di via Esterle, uno stanzino di pochi metri in cui trovavano spazio due camere e un bagno. Con lei, la vittima divideva anche gli «affari»: entrambe ricevevano i clienti a quell’indirizzo.

Gli investigatori, in quest’ultimo mese hanno ricostruito con più precisione la dinamica dell’aggressione mortale. Una aggressione molto violenta, messa in atto da una persona con molta forza e molta rabbia, avvenuta quasi sicuramente al termine di una lite, presumibilmente per soldi. Un colpo forte alla testa, che le ha procurato una ferita profonda all’arcata sopraccigliare destra e un grosso ematoma all’occhio, la botta è stata così forte da strapparle la ciocca di capelli accanto alla tempia e da romperle un orecchino, poi chi la voleva morta l’ha strangolata, ci sono segni evidenti sul collo, e per rabbia le ha premuto anche un cuscino sulla bocca. La donna è stata trovata vestita e sdraiata sul letto. Aveva sangue che le usciva dal naso e dalla bocca.

Per ora l’unica indagata è la sua coinquilina, ma la conferma della sua colpa arriverà solo dall’esame del dna trovato sul corpo della vittima. Non si esclude che l’assassino sia stato aiutato da qualcuno. La stanza è appena all’ingresso del civico 29 di via Esterle, con una grande finestra che affaccia proprio sulla strada, coperta alla vista da una tapparella che restava quasi sempre chiusa e inferriate che proteggevano la stanza dalle intrusioni. I clienti consumavano e uscivano la mattina, il pomeriggio e la sera tarda, massaggi ufficialmente, molto altro in realtà. Il flusso di persone, stando a quanto hanno confermato i residenti della palazzina, era consistente. La donna e la coinquilina si pubblicizzavano come estetiste, ma tutti sapevano nel quartiere che le due si prostituivano a domicilio. Dall’appartamento è sparito un cellulare, da cui gli investigatori potranno ricostruire le ultime ore della donna.

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