Melegnano (Milano) 9 settembre 2023 – “In India ho rischiato la pena di morte. Soffro ancora di stress post traumatico. Nonostante tutto, voglio esprimere la mia riconoscenza a quella parte di opinione pubblica che mi ha sempre fatto sentire il suo affetto e la sua vicinanza”. Sono queste le parole di Massimiliano Latorre, il marò che il 15 febbraio 2012 venne accusato, insieme al collega Salvatore Girone, di aver ucciso due pescatori indiani, al largo delle coste del Kerala, nel corso di una missione sulla petroliera italiana Enrica Lexie.

Una vicenda che ha tenuto per dieci anni il Paese col fiato sospeso, quella dei due fucilieri di Marina, che dopo il fatto vennero rimpatriati in Italia e successivamente rispediti in India, dove Latorre accusò problemi di salute e venne colto da un ictus. La vicenda si è chiusa solo nel 2022, con un’assoluzione: le azioni dei due imputati, secondo la magistratura italiana, rientravano nell’alveo della legittima difesa putativa.
Oggi Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono uomini liberi. Ma dieci anni di traversie giudiziarie, e un pesante carico emotivo, hanno lasciato il segno, come racconta lo stesso Latorre nel libro “Il sequestro del marò – conversazione con Mario Capanna”, presentato nel pomeriggio di oggi al castello di Melegnano, nell’ambito di un incontro organizzato dal Comune.
“Ci sono state pagine buie e momenti dolorosi – spiega l’autore del volume, che oggi è ancora in forza alla Marina -, ma voglio ricordare soprattutto il sostegno morale che tante persone mi hanno fatto sentire: cittadini, associazioni d’Arma e gruppi social. E’ grazie a loro, e alla preziosa presenza di mia moglie Paola, se oggi posso cogliere gli aspetti positivi di tutto questo”.
“Non è vero che ho chiesto un maxi risarcimento allo Stato italiano – prosegue -. Certo, dopo tante traversie, ed essere stato finalmente dichiarato innocente, mi piacerebbe ricevere un ‘grazie’ ”. La presentazione del libro è stata anche l’occasione per lanciare un appello, affinché venga istituita una commissione parlamentare d’inchiesta, come già proposto dal deputato di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli, “sulla condotta delle autorità nazionali nella vicenda relativa ai fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone”.