DAVIDE FALCO
Cronaca

Mario Carli, un medico in prima linea: “Rispondere ai bisogni per costruire il futuro”

Dura da 25 anni la collaborazione con l’abate di Hanga in Tanzania. Forniti serbatoi d’acqua, apparecchiature sanitarie e un’ambulanza

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Il medico Mario Carli tra brother Lucius, direttore dell’ospedale, e padre Amadeus rettore di una scuola superiore di Hanga

Novate Milanese (Milano) – Sono inesauribili la passione e l’impegno per l’Africa del medico Mario Carli. Attualmente in pensione, da 25 anni si prodiga per il monastero di Hanga, in Tanzania. “Avevo 50 anni e i figli grandi e decisi di accettare l’invito di una signora novatese di andare a vedere questa abbazia africana, tra la Tanzania e il Mozambico. Conobbi il più giovane abate africano, che poi più volte è venuto a Novate. Lui mi fece un discorso rivoluzionario: “Voi non dovete venire qui a lavorare ma a parlare, confrontarvi con noi e con le nostre reali difficoltà e problemi e offrirci possibili soluzioni“”, spiega il dottor Carli.

Tra i primi problemi riscontrati, la carenza di acqua. Pozzi distanti 10 chilometri da questo monastero circondato da piccoli villaggi. Uno dei primi progetti realizzati è stato un serbatoio d’acqua. “Andavo a Hanga nel mese di agosto e invitavo persone di Novate e dintorni, per mostrare la situazione e per proporre idee, o trovare soluzioni alle necessità degli abitanti. Sono nate tante collaborazioni e ammetto che senza i novatesi avrei fatto poco. In tutto abbiamo raccolto circa 100mila euro, utilizzati per acquistare materiale medico, strumenti medicali radiologici e per l’ossigeno e molto altro. Dalle biciclette ad altri serbatoi d’acqua. Il monastero è diventato un modello.

Piano piano gli aiuti hanno coinvolto anche i villaggi vicini: matite e quaderni per la scuola e poi un’ambulanza”, continua Carli. L’ambulanza, grazie a una serie di raccolte fondi, eventi e un paio di donazioni, per un totale di 22mila euro, è stata acquistata dagli abitanti di Hanga, direttamente dal Giappone. Funziona ancora oggi e permette i collegamenti con la prima città dotata di ospedale, a 50 chilometri di distanza. “È emerso che la popolazione non vuole sentirsi né superiore né inferiore rispetto all’Europa. È uno stereotipo sbagliato. Un atteggiamento che potrebbe generare negatività nelle persone e passività nel non fare niente, tanto arrivano gli aiuti. Oggi esiste l’associazione “Studenti senza frontiere“ che mette tutti alla pari e manda studenti di medicina a lavorare con medici africani per uno scambio professionale. Presto tornerò là e nel frattempo cerco di raccogliere fondi per costruire un nuovo serbatoio d’acqua”, conclude Carli. Chi volesse più informazioni, può contattare il medico alla mail: dott.mario.carli@gmail.com