
ll duo satirico Mammadimerda è composto da Sarah Malnerich e Francesca Fiore
Milano – “Unite e Plurali”. Una celebrazione della soggettività femminile nella sua complessità. È la quindicesima edizione del WeWorld Festival Milano, che dal 23 al 25 maggio 2025 animera’ gli spazi di BASE Milano di via Bergognone 34, grazie al contributo di 90 ospiti. Tra gli altri, il duo satirico Mammadimerda di due amiche, Sarah Malnerich e Francesca Fiore, che da anni si battono per il mondo femminile. Sarah Malnerich, per l’occasione, si racconta tra riflessioni serie e qualche risata.
Da dove nasce l’idea del vostro duo?
«Nasce dapprima come blog autoriale dieci anni fa, in cui raccontavamo l’esperienza della nostra maternità perché non collimava con quella che era la narrazione ufficiale. Abbiamo iniziato ad interrogarci se fossimo noi inadeguate all’esperienza o se non ce la stessero raccontando proprio tutta…Iniziammo così a scrivere della nostra esperienza di 10 anni fa, con un livello di consapevolezza diversa di questi temi, quando c’era una letteratura molto edulcorata che sussiste in buona parte».
Donne madri perfette. Figli e mariti esemplari, realizzate, sorridenti e sempre abbindate nel look. I social ogni giorno narrano tutto ciò e non un reale modello di donna con le sue debolezze e difficoltà della vita. Cosa ne pensa?
«Esatto, è quello che si vede…queste mamme perfette, felici, con bambini profumati, che fanno i giochi montessoriani...».
Giochi montessoriani versus youtube dal cellulare “dato in pasto” a 2 anni e durante il pasto. Non c’è rimedio?
«“In media stat virtus”. Non c’è criminalizzazione di nessuna delle due cose. Tutto va gestito col “sale in zucca“ in base alle proprie possibilità. Vi è poi una questione di privilegio, se si può stare a casa ad accudire i propri figli è diverso…e in più quel tipo di educazione montessoriana non coincide con ciò che la società ti impone. Orari d’ufficio, mille incombenze, scuole chiuse d’estate…».
E voi per cosa vi battete?
«La nostra riflessione, dal blog, si è poi allargata. Mammadimerda ha sempre messo al centro della sua riflessione la donna e le madri. Tutte le battaglie si sono allargate a ciò che concerne il femminile e il femminismo, perché sappiamo che la maternità è il vulnus di tutte le discriminazioni. Ad esempio, nei colloqui di lavoro il potenziale assentarsi dal lavoro per diventare madre è un tema che oggigiorno, purtroppo, viene ancora considerato. Le statistiche Inps mostrano che più del 70% dei giorni di congedo parentale richiesti nel 2023 sono stati fruiti dalle madri, incidendo a livello retributivo e professionale. La “Mother hood penalty” per i 15 anni successivi al parto per cui guadagni meno rispetto a tutte le altre donne, è comprovata».
Quali risultati avete ottenuto?
«Negli anni abbiamo fatto molte campagne e molte sono in corso…però bisogna aprire la strada e cercare di lasciare un posto migliore a quello che si è trovato, far sì che i nostri figli non provino quella fatica e sofferenza che abbiamo provato noi».
Ad esempio?
«Nel 2021 abbiamo fondato un movimento nazionale per l’allocazione di fondi Pnrr per livellare le parità di genere nel Paese, anche grazie ad altri movimenti, e ci sono stati investimenti per la costruzione di asili nido. Il risultato non si vede ancora, ma la situazione procede. Con WeWorld Onlus abbiamo in corso anche una campagna per cambiare il calendario scolastico: tre mesi con i figli a casa da scuola non è gestibile».
“Unite e plurali” il tema di quest’anno del WeWorld festival. I temi cruciali: libertà dei corpi, maternità, sessualità, educazione affettiva, indipendenza economica, contrasto all’hate speech e alle disuguaglianze di genere. Quale il vostro contributo?
«Noi porteremo uno spettacolo che è già andato in tourneè più di un anno e mezzo fa. Si intitola “Premio di produzione”, è una fotografia dell’Italia attraverso una metafora. Racconta di un’azienda dove il CdA è maggiormente al femminile, come la popolazione italiana, in cui le azioniste vengono invitate per assegnarsi un premio di produzione per quell’anno in cui hanno contribuito all’andamento dell’azienda e, quindi, del Paese. Le proposte di premio - sotto forma di scherzo - per migliorare la nostra condizione e sgravarci dal lavoro di cura sono 5. Uno di questo è un profumo “Eau de determinacion”, un profumo forte che uccide…ora però non voglio spoilerare tutto...Il grande premio finale è quello che già possediamo: il potere del cambiare una cosa».
Vi battete anche affinchè i genitori siano attenti verso i loro figli all’uso responsabile dei social media. I social media sono un danno? Si stava meglio senza?
«Dipende dai dosaggi e dalle modalità con cui usi le cose. I social per noi sono stati un grande strumento di divulgazione. Hanno permesso a determinati temi di diventare pervasivi. In altri momenti ci hanno permesso di fare petizioni».
E per i minori?
«Vanno gestiti e regolamentati! Come qualsiasi cosa, prima di prendere la patente la mamma non ti dà le chiavi e sali in macchina e vai. I figli vanno seguiti ma non si può responsabilizzare il genitore di cose di cui non hanno colpa. Vanno sostenuti e gli va data una mano».
Un messaggio ai genitori?
«Non disuniamoci, rimaniamo coesi, sul pezzo. Siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo continuare a far pressione per ottenere quelli che sono i diritti della persona per i nostri figli».
E un messaggio a chi ha inventato i social?
«Molte cose forse stanno cambiando, non conosco lo stato dell’arte della normativa ma alcune aziende hanno previsto dei blocchi, i feed sono filtrati per i minori, poi il discorso ricade su di noi…Le aziende fanno le aziende, fanno il profitto né il nostro interesse né quello della società, ma il loro. Già sappiamo che l’etica non è ciò che governa l’industria…».