Maison Bretonne, la fine del mondo Sia nel locale che a casa propria

Davide e Roberto hanno riaperto con posti ridotti e tanto coraggio Così fra crêpes, gallettes e birre rimane la voglia di ripartenza

Una Bretagna senza crêpes? Sarebbe come il mare senza sale, i boschi senza alberi, la baguette senza un po’ di burro o la terra più estrema della bella Francia senza le sue scogliere e i suoi fari. Quindi? Aveva ragione lui, Davide Sammella, ad aprire a Milano un locale che celebrasse le specialità gastronomiche del famoso Finis Terrae d’Oltrape, rarissimo (in Italia) maître crêpier, ovvero chef in grado di portare in tavola le mitiche cialde sottili e cotte sulla piastra tonda servendosi della nota paletta (la “roselle”). Certo, nelle due versioni: quelle dolci, chiamate appunto crêpes e quelle sale, le “galettes”, con grano saraceno, acqua e sale, abbinate agli ingredienti più disparati tra formaggi, salumi, pesci e quant’altro.

Buone? A Milano certamente tra le migliori, grazie alla tecnica che Davide ha appreso alla Scuola speciale di Rennes e che ha poi condiviso con il socio Roberto Baldassarre quando ha deciso di avviare in via Proccaccini la sua “Maison Bretonne”. Tempi duri? Lo sono per tutti. Ma in un locale che adora le tempeste al largo di Sain-Malò e di Brest, la tenacia è di rigore. E così, la saracinesca si è alzata anche per Davide e Roberto, seppure - Covid oblige - con una disponibilità di coperti ridotta (da 36 a 16), occasione comunque già ottima per ordinare una corposa crêpe “Bourgogne” (con Nutella, crema al mascarpone e granella di nocciola) oppure la galette speciale “Concarneau” con salmone affumicato, Camambert, erba cipollina e carciofi. Per la verità, alla Maison Bretonne funziona anche il delivery (02.23054303 o maisonbretonnemilano@gmail.com), ovvero la consegna a domicilio delle più gettonate crêpes e galettes ma anche dell’ottimo sidro di quelle parti (tipo “Val de Rance”) e della deliziosa birra Ar Men che, neanche a farlo apposta, è il nome di un mitico faro sulla costa atlantica. Unica accortezza: quando il rider arriva con l’ordinazione, mettetevi subito a tavola. E se volete fare viaggiare le papille gustative ma anche l’immaginario, aggiungete il sottofondo musicale di due miti bretoni come Alain Stivell e Dan Ar Braz. Giusto per degustare la “fine del mondo”, ascoltandone la colonna sonora. Paolo Galliani

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