"Mai più chiusi in casa per paura"

Esercenti e residenti in piazza chiedono al Comune azioni concrete dopo la feroce aggressione al bar

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di Roberta Rampini

L’appuntamento è alle 10 davanti al Municipio. Cittadini e commercianti di Pero sono arrabbiati e vogliono raccontarci quello che succede. "Vivo qui da 23 anni, prima era un bel paese, non ho mai visto una situazione di degrado e abbandono come quella che stiamo vivendo ora". All’indomani della brutale aggressione al 57enne egiziano, socio del titolare del Dandana di via Figino, colpito con calci, pugni e un posacenere di vetro da due ucraini di 26 e 38 anni che erano stati allontanati dal locale perché ubriachi e molesti, in molti hanno deciso di mobilitarsi per chiedere al Comune e alle forze dell’ordine controlli e sicurezza. Il tamtam tra la gente e sui social porta in piazza un centinaio di persone. "Sono il titolare di due attività, una gelateria e una pizzeria, ho ridotto gli orari di apertura serale perché ci sono pochi clienti: è inutile che tenga aperto fino alle 23 se la gente ha paura a uscire di casa e non viene. L’aggressione dell’altra sera è solo la punta dell’iceberg – spiega Antonio Strippoli –. Nel 2017 avevo scelto proprio Pero perché qui c’è la nuova Fiera, c’era stato Expo, siamo vicini a Milano. Non potevo immaginare quello che sta succedendo ora, aggressioni, furti, rapine". Qualcuno indica l’ex Marconi, a due passi dal Comune, dal comando della polizia locale e della tenenza dei carabinieri: "Era la nostra amata scuola elementare, adesso è diventata il bivacco di stranieri e spacciatori". Ci sono anche alcuni cittadini che abitano vicino al Falcon Residence, il complesso residenziale di via Degli Orti dove da oltre un decennio sono segnalati situazioni di illegalità e occupazioni abusive. "Io non posso tenere la tapparella della mia cucina alzata per le molestie verbali da parte degli abusivi – racconta una residente –. Inoltre alcuni box sono diventati discariche con cumuli di rifiuti". Racconti differenti, ma una sola istanza: "Chiediamo all’amministrazione comunale di difendere i cittadini, di migliorare l’illuminazione, di creare luoghi di aggregazione – spiega Paola Meda –. dopo le 19 non possiamo uscire di casa perché ci sono in giro solo malintenzionati". Ieri mattina una prima manifestazione spontanea per dire "noi non ci stiamo, alziamo la testa", la prossima settimana un’assemblea. "Noi siamo tutti gente per bene, ma siamo stanchi di chiacchiere e promesse, non siamo politici e non vogliamo fare politica, vogliamo lavorare e vivere in un paese sicuro – dichiara Lucia Strippoli –. Metteremo nero su bianco problemi e richieste, poi incontreremo il sindaco".

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