
di Francesca Grillo
La più piccola ha quasi 11 anni, la più grande ne deve compiere 17. Nello spogliatoio, nonostante la differenza di età, c’è grande sintonia. Le bimbe chiedono consigli alle grandi, che sono considerate un po’ come sorelle maggiori. Una sinergia che va oltre la maglia che indossano, perché "qui è una grande famiglia", sorride la dirigente Sofia La Pila. Il calcio femminile ha avuto un’impennata negli ultimi anni, merito della risonanza mediatica che finalmente hanno avuto le calciatrici, degli open day nelle società sportive e delle porte aperte a tutte le bambine e ragazze appassionate di questa disciplina.
"Mica è uno sport solo per maschi", assicura una delle calciatrici mentre si prepara per l’allenamento. Sono le giovanissime dell’Idrostar, società di Cesano Boscone presieduta da Ettore Leporatti, che conta ben tre categorie femminili, due divise in ragazze e allieve e la prima squadra che gioca in Eccellenza. Quest’anno le prime due categorie, che militano nel campionato Csi, contano quasi trenta giocatrici: un boom di iscrizioni. Alcune di queste giovanissime hanno iniziato perché spinte da una profonda passione per il calcio. Altre hanno gli idoli, esattamente come i compagni di classe con cui scambiano le figurine dei calciatori. E poi, ci sono le ragazzine che giocano semplicemente perché "mi piace, è uno sport di squadra ma dove posso far vedere quello di cui sono capace", dice sicura una dodicenne. A guidarle c’è un team di dirigenti e mister che le seguono da vicino, insegnano loro "l’importanza del rispetto degli avversari, del gioco pulito - sottolinea Sofia -, ma anche del sano agonismo. Rispetto ai maschi sono molto determinate, non si scoraggiano facilmente, hanno tanta voglia di dimostrare che sono forti". E forti lo sono davvero, perché tra queste piccole calciatrici ci sono grandi talenti che l’Idrostar coltiva con passione, senza dimenticare che "qui la cosa più importante è farle giocare tutte, non importa chi è più o meno capace - dicono in coro i dirigenti -, devono avere le stesse possibilità e divertirsi". I genitori seguono gli allenamenti dagli spalti: "Pensavo mi chiedesse di iscriverla a ginnastica, pattinaggio, come molte sue compagne - racconta una mamma -, invece ha voluto fare calcio, proprio qui. Non manca un allenamento: pioggia, vento, freddo, non importa".