I segreti della M4: "Dalla gente caffè e focacce in dono"

Fabio, capocantiere tra Foppa e Lorenteggio: non solo proteste

Fabio Guanella, 47 anni

Fabio Guanella, 47 anni

Milano, 14 giugno 2017 - Quando a Milano si decise di realizzare per la prima volta uno scavo con una talpa meccanica, lui c’era. «Dicembre del ’90 – scandisce Fabio Guanella –, si stava costruendo il passante ferroviario, da Porta Garibaldi alla Bovisa. In Europa s’era già fatto, nella nostra città invece non ancora». Oggi Fabio, 47 anni, nato a Campodolcino (Sondrio), lavora alla realizzazione della Metropolitana 4, è capocantiere per la tratta Foppa-Lorenteggio. Sì, tratta critica perché i cantieri qui sono particolarmente invasivi: cesate ad un niente dalle vetrine dei negozi, dai cancelli di ingresso ai palazzi, dai passi carrabili, viabilità in alcuni punti fortemente ridotta per non dire annullata. In questi mesi le proteste non sono davvero mancate. Né in via Foppa, dove a tratti si sono fatte plateali. Né al Loretenggio, dove i commercianti e i residenti hanno dato vita ad un comitato attivo e vigile.

Ma Fabio ha anche altro da raccontare. «La panettiera di via Tolstoi, ad esempio. Ogni tanto offre agli operai le sue focacce». Ma non solo: «In largo Gelsomini, le signore delle case popolari portano ai nostri il caffè». «Non sembra ma il lavoro di chi sta tutto il giorno in un cantiere è anche un lavoro di relazione – dice Fabio –. Noi siamo lì, in prima linea e ci imbattiamo sia in chi protesta e si sfoga sia in chi riconosce la fatica e ci supporta. Questo è vero in particolar modo per la Metropolitana 4 perché obiettivamente l’impatto dei cantieri in alcuni casi è significativo». C'è una regola di educazione e di buon senso che conviene seguire ed osservare in tutta la sua semplicità: «Non bisogna mai mentire – ammonisce Fabio –. Alle persone che si affacciano in cantiere e ci chiedono quando finiremo o si lamentano per i tempi dei lavori, bisogna sempre dire la verità». Questione di etica delle relazzioni, appunto. Quelle relazioni che chi va dove lo porta il progetto di una nuova metropolitana o di una nuova infrastruttura a volte fa fatica a curare: «Il mio lavoro mi ha portato a Milano, per il passante ferroviario, poi a Courmayeur, quindi in Valmalenco e poi di nuovo a Milano – elenca Fabio –. È chiaro che la famiglia ne risente. Ho tre figlie. Per alcuni periodi hanno dovuto seguirmi, non è stato semplice. Ora ci siamo stabilizzati...». Anzi, svela il capocantiere dell’asse Foppa-Lorenteggio: «Le due più grandi, quella di 18 e quella di 17 anni, sono qui nei cantieri della Metropolitana 4 grazie ai programmi di alternanza tra scuola e lavoro. La prima studia da geometra, la seconda fa il liceo scientifico».

Ci sono vite e obiettivi di vita che si intrecciano in questi cantieri. Fabio e le sue figlie. Ma anche Andrea Succurro, il pilota delle talpe meccaniche, contento che il padre Rosario qui, in questi cantieri, continui a trattarlo come «uno sconosciuto» e allo stesso tempo a dargli consigli. Anche Andrea ha dormito e vissuto in campo base. Ce ne sono due per la Metropolitana 4: quello da 450 posti letto in via Cavriana e quello di Buccinasco, per altri 250 posti letto. E sono posti nei quali si avverte tutto. La fatica del lavoro, la fatica di tenere la distanza dai propri affetti ma anche, come sottolineano tutto, «l’orgoglio di realizzare un’opera che domani sarà utile a tutta la città».

 

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