
Commemorazione Luigi Calabresi (Foto Twitter)
Milano, 17 maggio 2017 - A quarantacinque anni dalla scomparsa del commissario Luigi Calabresi, la questura di Milano ricorda quel 17 maggio con una cerimonia commemorativa. Presente anche il figlio Mario, oggi direttore di Repubblica e la vedova Gemma Capra. Nella giornata di oggi si ricorda anche l'attentato avvenuto il 17 maggio 1973, esattamente un anno dopo l'assassinio di Calabresi, durante l'inaugurazione di un busto commemorativo in memoria del commissario nel cortile della questura di via Fatebenefratelli di Milano (cerimonia cui partecipo' l'allora ministro dell'Interno Mariano Rumor) quando Gianfranco Bertoli, dichiaratosi anarchico (si scoprira' diversi anni dopo essere stato, tra il 1966 ed il 1971, informatore del Sifar prima e agente infiltrato agli ordini del Sid), lanciò una bomba a mano tra i partecipanti alla cerimonia. L'esplosione uccise 4 persone e ne ferì 45, non colpi' il ministro, indicato come obiettivo. Bertoli, rivendico' l'azione come vendetta per la morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli.
Quindi è proseguita con una messa. "Celebrare la memoria di un servitore dello Stato non e' solo ricordare ma rendere la memoria presente e viva e non dimenticare il passato. Per chi ha fede non c'e' memoria piu' doverosa che celebrare una persona come Luigi Calabresi in questo cortile: l'uomo e il poliziotto che e' stato, un seme caduto in terra che pero' ha portato frutto". Così padre Gianluca Bernardini ha ricordato il commissario Luigi Calabresi nella sua omelia. Subito dopo la messa il prefetto Antonio Pagnozzi ha espresso un suo ricordo del collega ucciso il 17 maggio 1972, partendo dalle contestazioni studentesche e dagli scontri di Largo Gemelli con l'occupazione dell'Università Cattolica a cui i due avevano lavorato insieme: "Il mio lavoro lambiva quello di Calabresi: cercavamo di interpretare i movimenti, di individuarne strutture e antagonisti. Lui sempre curato nell'abbigliamento, io con l'eskimo in mezzo ai cortei. Gigi - ha aggiunto - mi ha insegnato a usare sempre il dialogo e la fermezza, e a lavorare in modo distaccato. In questo modo si garantiva credibilita' e affidabilita'. So quanto sia stato difficile e penoso per lui affrontare con autocontrollo e dignita' le contestazioni accanite e personali e gli articoli di stampa. Il suo carattere, la sua famiglia e la sua fede lo hanno aiutato. Fino a quel vile attentato".
Dopo il picchetto d'onore sono state deposte delle corone d'alloro donate dal capo della Polizia, dalla citta' metropolitana e dal Comune di Milano, dalla Regione Lombardia. Il questore Marcello Cardona e il prefetto Luciana Lamorgese, insieme ai figli di Calabresi, Mario e Paolo, e alla vedova, si sono avvicinati al busto che lo ricorda nel cortile della questura, in un momento di raccoglimento. Presente anche lo stato maggiore delle forze dell'ordine e militari italiane, il comandante provinciale, Canio La Gala e il capo della polizia locale Antonio Barbato. Hanno ricordato Luigi Calabresi, presenziando oggi, anche alcuni direttori dei maggiori quotidiani italiani, Vittorio Feltri, Alessandro Sallusti e Luciano Fontana. Oltre al questore Marcello Cardona, promotore dell'iniziativa, sono presenti il sindaco Giuseppe Sala e il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. SALA: "MILANO CREDE ANCORA NEL GIUSTO" - "È stata una pagina tragica ma anche di crescita perché la reazione della città a momenti veramente tragici c'è stata". A parlare è il sindaco di Milano Giuseppe Sala. E ancora: "È giusto ricordare anche per pensare al presente e al futuro di Milano. La forza di Milano si vede anche in queste cose e nella capacità di credere ancora nel giusto. Queste sono giornate impegnative, sabato avremo anche la marcia 'Milano senza muri'. Tutto fa parte della voglia della città di manifestare la volontà di stare dalla parte del giusto".
MARONI: "RIOCORDARE CHI SI E' SACRIFICATO PER IL BENE COMUNE" - "E' sempre un'emozione ricordare persone che si sono sacrificate per il bene comune. E' un dovere oltre che un gesto di rispetto per la loro memoria", ha detto il governatore lombardo Roberto Maroni, a conclusione della cerimonia di commemorazione. "Per me non e' una cerimonia come tante, perche' sono particolarmente legato alla polizia e alle vittime del dovere, da ex ministro dell'Interno e da cittadino", ha aggiunto. riguardo la marcia di sabato, ha detto: "Per me un momento importante per la città è stata l'operazione di Polizia in stazione Centrale, spero che sia rifatta e ho chiesto al prefetto, al questore e al ministro dell'Interno di estenderla in altre province dove ci sono le stesse criticità". Per il governatore, "operazioni così vanno ripetute, non può essere un gesto simbolico che si fa una volta all'anno, bisogna farlo e ripeterlo per far capire che è un metodo nuovo che viene applicato e attuato. Chi la dura la vince, bisogna andare avanti finché non si torna alle condizioni di normalità che oggi non ci sono".
Ora alla commemorazione del commissario di @poliziadistato Luigi #Calabresi e delle vittime della strage di via Fatebenefratelli ST pic.twitter.com/rBbG1J32bA
— Roberto Maroni (@RobertoMaroni_) 17 maggio 2017