Lucro su Covid e politica: a processo il clan Maiolo

Migration

Si aprirà ad aprile il processo con rito abbreviato per Cosimo Maiolo, il presunto boss della locale di Pioltello, nel Milanese, e tra gli altri, per i suoi tre figli, Salvatore, Antonio e Omar, per il fratello di dieci anni più giovane, Damiano e per il nipote Giovanni. Le accuse a vario titolo sono associazione per delinquere di stampo mafioso, coercizione elettorale, traffico di droga, tentata estorsione, tentato omicidio e altri reati tutti aggravati dal metodo mafioso. Gli imputati, in tutto una decina, sono stati arrestati lo scorso dicembre nell’ambito di una indagine coordinata dal pm della Dda Paolo Storari e condotta dalla Polizia di Stato. Secondo la ricostruzione degli inquirenti e degli investigatori proprio nella cittadina in provincia di Milano le famiglie Maiolo-Manno, imparentate tra loro avrebbero messo in piedi, un "feudo indiscusso", con a capo per l’appunto Cosimo Maiolo, 58 anni, già finito in carcere nello storico blitz "Crimine-Infinito" del 2010, condannato ad oltre 11 anni, con pena scontata e sorveglianza speciale in corso.

L’inchiesta, oltre ad aver inferto un duro colpo ad un clan della ‘ndrangheta che avrebbe fornito appoggio ad un candidato sindaco, non eletto, del centrodestra a Pioltello, ha messo in luce come l’organizzazione criminale operasse sia nelle forme “classiche“, per esempio il traffico di droga, armi, richieste di pizzo, intimidazioni e usura, sia con quelle più sofisticate come l’infiltrazione nei business, con la creazione di "serbatoi di manodopera" e gli "affari" sul trasporto salme in piena pandemia, e l’inquinamento delle competizioni elettorali. Il pm Storari aveva chiesto e ottenuto il rito immediato, dopo di che i 10 imputati hanno scelto l’abbreviato.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro