ROBERTA RAMPINI
Cronaca

L’Sos di Maurizio Barcaro: "Haiti in balìa del terrore. E scarseggia anche il cibo"

Il missionario di Pero ha scritto al fratello Pietro e alla onlus Lakay Mwen "Abbiamo paura ma restiamo, per i bambini. Continuate a sostenerci" .

L’Sos di Maurizio Barcaro: "Haiti in balìa del terrore. E scarseggia anche il cibo"

L’Sos di Maurizio Barcaro: "Haiti in balìa del terrore. E scarseggia anche il cibo"

"Le luci dell’alba del lunedi attraversano poco a poco il fumo lasciato nell’aria dalle scorribande violente del weekend. Gli attacchi di bande di criminali hanno seminato panico e angoscia nella capitale. È stato decretato lo stato d’emergenza dal capo della polizia con relativo coprifuoco per un po’ di giorni... Questa mattina (lunedì 4 marzo, ndr) c’è sgomento fra i professori e i giovani che lavorano alla missione. Quello che è accaduto ha dell’incredibile e nessuno osa pensare a cosa succederà ora. Nel frattempo non ci sono bambini della primaria, solo giovani della secondaria stanno arrivando e dà coraggio vederli venire. Noi continuiamo a essere presenti, anche se abbiamo paura". È uno stralcio della lettera che Maurizio Barcaro, 63 anni di Pero, ha inviato nelle scorse ore al fratello Pietro e all’onlus Lakay Mwen, che da decenni sostiene il suo lavoro. Una lettera per raccontare quello che sta succedendo per le strade di Port-au-Prince, la capitale di Haiti, ma anche per chiedere di continuare a sostenere la sua missione. "In questo momento è impossibile lasciare il Paese, è impossibile percorrere quei 7-8 chilometri che ci separano dall’aeroporto. Non c’è strada principale che non sia pattugliata dai banditi – scrive Maurizio –. Stare in casa è la cosa piu sicura e paradossalmente è anche un po’ piu sicuro di un mese fa, perché la banda locale è stata sgominata e questa zona è condivisa fra tre potenti bande che non ‘tassano’ i residenti. Quella banda di giovani che veniva prima ormai non c’è più, sono scappati in un’altra zona. Ma non c’è nulla da stare allegri".

Maurizio ha lasciato la sua famiglia quando aveva 26 anni, per entrare nei “Fratelli missionari della carità“. Nel 2000 ha lasciato questa congregazione, è andato ad Haiti e ha fondato la Fondation Lakay Mwen. Con l’aiuto di due giovani, ha cominciato a ospitare anziani abbandonati nel cortile dell’ospedale o per le strade della capitale. Nel 2002 è riuscito ad aprire anche la prima scuola, "120 bambini seduti su banchi di fortuna sotto una tettoia all’aperto" e da lì la missione è cresciuta grazie alla onlus in Italia. "Noi lo abbiamo sempre sostenuto, ha potuto aprire una casa di accoglienza per anziani e garantire l’adozione a distanza di oltre duemile ragazzi – racconta il fratello Pietro – Ora la situazione in Haiti è molto grave e abbiamo ricevuto una lettera che racconta cosa sta succedendo. A rimetterci sono i bambini che non vanno più a scuola e così si stanno organizzando per portare loro almeno pacchi di generi alimentari, ma presto mancheranno anche i beni di prima necessità". Per informazioni e sostegno, si può visitare il sito www.lakaymwen.it.