ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

L’ordine dei geologi: "Milano in sicurezza solo con 4 impianti"

Il consigliere Santambrogio: Bresso non basta

Municipio 2 (Adriano), Municipio 3 (Lambrate), il municipio 4 (Forlanini) e Municipio 9 (Niguarda e Isola) sono le zone a più alto rischio idrogeologico secondo la carta Pai (Piano di Assetto Idrogeologico)-Pgra (Piano di Gestione Rischio Alluvioni). Si tratta di una mappa delle aree esondabili e delle pericolosità, pubblicata sul sito del comune di Milano. "È uno studio di dettaglio, dopo la mappa realizzata nel 2016 dall’Autorità di Bacino del Po, che tutti i Comuni sono tenuti a realizzare in fase di aggiornamento del Pgt. Quello di Milano risale al 2020 ed è stato commissionato a una società di ingegneria e geologia che ha realizzato la modellazione idraulica del flusso d’acqua, sia per il tratto tombinato del Seveso che per l’alveo del Lambro e di due torrenti minori, Pudiga e Garbogera. Le aree più "pericolose" sono quelle evidenziate con il colore rosso, con il livello di acqua più elevato in un tempo di ritorno di 100 anni, nei pressi dei fiumi Seveso e il Lambro. Meno a rischio, come si evince dalla prevalenza del colore verde e giallo, è il quartiere Gallaratese dove sono presenti i torrenti Pudiga e Garbogera" spiega Sergio Santambrogio, consigliere dell’Ordine dei geologi della Lombardia che ci aiuta a decifrare la mappa. Le categorie di rischio sono rappresentate mediante una palette di colori.

Nel dettaglio, le zone verdi corrispondono al rischio più basso, con un livello di acqua fra 0 e 30 centimetri, nel giallo l’acqua può raggiungere un livello compreso fra 30 e 70 centimetri, mentre in quelle rosse si superano i 70 centimetri. "Ma il valore è probabilistico: la mappa dice che in un tempo di ritorno di cent’anni almeno una volta si può verificare un evento dove l’acqua raggiunge quel livello" puntualizza l’esperto. L’altro dato che emerge è la prevalenza del rosso nei territori vicino al Lambro piuttosto che in quelli dove scorre sotterraneo il Seveso: "Vuol che la zona del Lambro può andare “sotto“ molto più frequentemente e per aree molto più vaste. Se si parla sempre del Seveso è perché l’esondazione si verifica in quartiere fortemente urbanizzati, dove i danni sono maggiori". Il Lambro "tracima" nelle aree verdi e nei campi a ridosso della Tangenziale, "pertanto le conseguenze sono più contenute".

E a proposito del Seveso, che fare per evitare le esondazioni continue (già 118 dal 1975 ad oggi)? "Milano sarà al sicuro dalla minaccia del fango solo quando tutte le vasche verranno realizzate" puntualizza il geologo. Le vasche di laminazione, dove l’acqua può essere contenuta per evitare l’allagamento, dovrebbero essere quattro.

La prima, a Bresso, con un invaso da 250mila metri cubi, sarà operativa "nei prossimi giorni" secondo quanto ha dichiarato il sindaco Beppe Sala. Quelle di Senago e di Lentate lo saranno nel 2024 secondo Regione Lombardia. Non ci sono informazioni certe su quella di Varedo. "Ma certamente quella di Bresso farà molto" ha assicurato il primo cittadino. "Se si ripetesse il violento nubifragio di martedì mattina ci sarebbe una nuova esondazione più o meno nelle stesse zone, anche se a un livello inferiore. Con la vasca di Bresso saremo in grado di fermarne solo una parte dell’acqua, non tutta" la versione più cauta del geologo.