La Regione Lombardia ricorre in Corte Costituzionale contro la Finanziaria 2017

Nel mirino soprattutto lo spostamento di competenze dalle Province alla Regione senza parallelo spostamento di finanziamenti

Il palazzo della Consulta a Roma, sede della Corte Costituzionale (Ansa)

Il palazzo della Consulta a Roma, sede della Corte Costituzionale (Ansa)

Milano, 13 febbraio 2017 - La Regione Lombardia fa ricorso alla Corte Costituzionale sulla Finanziaria 2017. Lo ha deciso oggi la Giunta, perche' la legge oggetto dell'impugnativa 'non prevede alcuna riassegnazione alle Regioni e agli Enti locali subentrati nell'esercizio di funzioni provinciali non fondamentali delle risorse sottratte a Province e Citta' metropolitane per effetto di disposizioni della legge 190/2015, in violazione dell'articolo 119 della Costituzione'. La Legge di Stabilita', spiega l'assessore all'Economia, Crescita e Semplificazione, Massimo Garavaglia, "nasce nella fase in cui si andava verso un referendum, che l'ex Premier Matteo Renzi dava per vinto e che avrebbe profondamente modificato il sistema delle autonomie, riportando tutto al centro. La riforma, pero', e' stata sonoramente bocciata dagli italiani con il referendum".

A questo punto, secondo l'esponente della Giunta Maroni, "occorre iniziare a rimettere alcune cose a posto". Una di queste, riguarda l'ultima legge di Stabilita', che insieme alle due precedenti, per il comparto regioni ordinarie, prevede un contributo complessivo alla finanza pubblica di 10,2 miliardi di euro nel 2017. Con questo ricorso - spiega Garavaglia - "iniziamo a fissare un paio di 'paletti'. Il primo, e' che le manovre di finanza pubblica non possono essere 'eterne'. Cioe', devono avere un inizio e una fine, come gia' ribadito dalla Corte Costituzionale. Il secondo punto - prosegue l'assessore - riguarda le Province. I tagli di risorse, sono stati dichiarati costituzionali dalla Corte, solo se comportano uno spostamento di funzioni e il loro finanziamento. Cosa che, invece, non avviene. Cioe', vengono spostate funzioni in capo alle Regioni senza garantire i finanziamenti conseguenti. Entrambi i punti - sostiene - hanno tutte le possibilita' di essere accolti dalla Consulta". (Fonte AGI)

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