Loggia dei mercanti: giù i teli, progetto a metà

Anpi: dal Comune manca il via libera per l’accettazione della donazione. Il progetto firmato da Cini-Boeri riqualifica questo luogo della memoria .

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Finalmente è nuovamente visibile il Palazzo della Ragione, nel cuore di piazza dei Mercanti. Sono infatti state smontate le impalcature del cantiere. La parte superiore della facciata, restaurata e ripulita in tutti i dettagli appare nella sua bellezza, mentre il loggiato, che è un luogo di memoria, attende la realizzazione (da oltre dieci anni) del progetto di riqualificazione che porta la firma dello studio Cini Boeri, voluto dall’Anpi.

Un recupero quindi ancora incompleto, almeno fintanto che il Comune non produce una delibera di "accettazione della donazione" del progetto da parte di Anpi. A metà agosto lo stesso presidente dell’Anpi, Roberto Cenati, aveva sollecitato gli amministratori affinché dessero finalmente il via libera al progetto di sistemazione della Loggia dei Mercanti. "Ma ad oggi non abbiamo ancora notizie certe - racconta Cenati - Ci sono stati diversi intoppi in questi anni ma finalmente il 26 marzo scorso, in piena pandemia, la soprintendente Antonella Ranaldi ha autorizzato il progetto definendolo di “alto valore civile“ e quindi ci resta solo l’ultimo passaggio con il Comune".

Il progetto approvato e finanziato da Anpi costa 20 mila euro e prevede "l’installazione di due steli di vetro, con scritte sulle Resistenza e di fronte sedute in pietra della stessa colorazione del pavimento che consentiranno agli studenti di poter riflettere sui nomi". La loggia dei Mercanti sotto le sue volte accoglie 1739 nomi non solo di combattenti per la Libertà, ma di oppositori politici, di militari, di lavoratori deportati nei lager nazisti per gli scioperi del marzo del 1944 e di ebrei milanesi che non vi fecero più ritorno.

"Al Comune chiediamo anche il potenziamento dell’illuminazione e un pattugliamento della della polizia locale per sottrarre questo luogo al degrado e restituirlo alla Memoria della città", conclude Cenati.

Il primo progetto di Cini Boeri prevedeva la chiusura del porticato con vetri. Ipotesi bocciata dalla Sovrintendenza e superata da una proposta che appunto prevede protezioni di cristallo non fisse e, appunto, panchine per la sosta. "Si tratta del più grande museo della Resistenza a cielo aperto e lancio una proposta: che venga adottato da parte di qualche scuola, ci sono tanti nomi e tante storie che andrebbero recuperate e raccontate". St.Con.

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