SIMONA BALLATORE
Cronaca

Lockdown, allontanamenti di minori raddoppiati nel 2020

L’allarme del tribunale dei minori durante il lockdown. E mancano strutture fra il terapeutico e l’educativo

Bambini

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Milano - «Nel momento del lockdown, in emergenza massima, il Tribunale per i minorenni, che lavorava in presidio, è andato a emettere provvedimenti urgenti in misura doppia", a fotografare l’emergenza minori è la presidente per il Tribunale dei Minori di Milano, Maria Carla Gatto, partecipando alla commissione consiliare Politiche sociali del Comune di Milano. Se i numeri degli interventi, "volti a limitare la responsabilità dei genitori sono stati 2.070 nell’anno 2019 e 1.527 nel 2020, per 500 procedimenti aperti in meno, questo dato non ci deve tranquillizzare neanche un po’", ha sottolineato Maria Carla Gatto. "E la cosa che mi preoccupa è la fase attuale che stiamo attraversando, collegata alla pandemia", ha aggiunto. Perché nonostante i cinquecento procedimenti in meno, "quando nessuno usciva e si muoveva perché in lockdown, abbiamo avuto situazioni di violenza intra familiare e la necessità insieme ai servizi di allontanare i bambini che correvano un serio rischio". Le scuole erano chiuse, i medici visitavano di meno, gli interventi non sono tanto frutto di segnalazioni ma di interventi veri e propri a seguito di maltrattamento, violenza e altri tipi di reato.

«L’intervento delle forze dell’ordine in questi contesti è stato così grave da allontanare madri e figli in misura doppia rispetto agli anni precedenti", ha ribadito la presidente del Tribunale dei minorenni, il più grande d’Italia per estensione: comprende otto province, nove tribunali e segue tutta la Lombardia per un totale di 1,2 milioni di minori. I dati vanno inquadrati anche alla luce di questo contesto e di una riflessione: "I procedimenti aperti sono il doppio del tribunale di Napoli – ha spiegato Gatto –, ma questo vuol dire anche una maggiore sensibilità sociale, un maggior investimento di risorse, anche se sono sempre troppo poche, che ci consente di garantire interventi e un recupero delle carenze nell’ambito delle famiglie".

Oltre a rafforzare sempre di più la rete per prevenire e assistere i minori per tempo, l’appello è a investire di più: "L’emergenza milanese è il disagio psichico – sottolinea Gatto – in Lombardia non abbiamo strutture e comunità terapeutiche adatte ad affrontarlo. Invocare questo bisogno lo stiamo facendo tutti. Ma manchiamo di strutture intermedie tra l’educativo e il terapeutico. I minori sono affetti da un gravissimo disagio psichico che si sta accentuando a seguito dell’isolamento e lo vediamo anche con giochi mortali attraverso le chat".

Sotto la lente della commissione, anche il numero di minori presi in carico dal Comune di Milano: nell’anno della pandemia sono stati 10.617. "Fra questi ci sono stati 878 allontanamenti decisi dal Tribunale (tra i quali 560 in comunità e 318 da parenti o altro), ovvero l’8,2% degli interventi", ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali e abitative, Gabriele Rabaiotti. Nel 2018 sono stati 10.299 i minori presi in carico, di cui 958 con allontanamento (647 in comunità, 311 in affido a parenti o altro); l’anno successivo 10.680 e sono stati 859 gli allontanamenti decisi dal Tribunale (541 in comunità, 318 altro). "La Lombardia rispetto ad altre regioni è al nono posto rispetto alla percentuale tra i minori presi in carico e quelli allontanati dal nucleo familiare – ha ricordato Rabaiotti –. Non è un caso eclatante ma di sicuro le grandi città mettono le famiglie in condizioni di pressioni e di stress molto spesso non ordinari rispetto a luoghi con meno densità e complessità dell’abitare".