MONICA AUTUNNO
Cronaca

Locali in ginocchio, appello del Live: il vostro silenzio spegne la musica

Show dal vivo, "fra restrizioni e stop. E da gennaio cessate le misure di sostegno. Chi ci governa ci ha dimenticato"

di Monica Autunno

Un anno fa a quest’epoca il grido di dolore fu #ultimoconcerto, campagna social dei live club italiani affossati dalle chiusure. Un anno dopo al via nuova campagna e nuovo slogan: "2020-2022#nessunconcerto". Fra gli alfieri, ancora una volta, il Live Music Club di Trezzo. "Il nostro settore, quello della musica dal vivo, quello che più di tutti ha subito restrizioni, stop, limitazioni, è ancora quasi totalmente in silenzio". In una nota lo stato dell’arte e le tante incertezze: "Limitazioni che rendono impossibile ricominciare, un comparto dimenticato, letteralmente scomparso dall’agenda di chi ci governa. Ci chiediamo: quanto potrà durare ancora?". Ecco dunque il Live Club trezzese, sotto l’egida di Arci, Assomusica, Bauli in Piazza, KeepON Live e Mmf Italy.

Il 27 febbraio 2021, serata conclusiva di "L’ultimo concerto" ebbe come testimonial solidale sul palco, collegato a distanza, e tristemente muto, un Diodato reduce dai successi festivalieri. Con la stessa modalità e nello stesso momento, in silenzio, in segno di solidarietà con i locali, comparivano sui principali palchi live italiani celebri artisti e band. "L’iniziativa accese prepotentemente i riflettori sul reale rischio di chiusura definitiva degli spazi in cui la musica dal vivo si esprime". Nei mesi successivi si aprirono i contatti con il governo e le istituzioni. L’oggi. "È passato un anno da allora, sono passati 23 mesi dall’inizio ufficiale della pandemia in Italia, e per la musica live tutto tace. Brancoliamo nel buio". Ancora.

"Dal primo gennaio sono cessate le misure di sostegno emergenziali e al momento non si fa riferimento ad alcun proseguimento. Il settore della musica dal vivo sembra essere ormai scomparso dall’agenda delle priorità. Non viene più menzionato fra le categorie meritevoli di supporto e sostegno, neppure tramite il Pnrr, e nessun processo di riconoscimento culturale e normativo è in atto". I concerti? In teoria si possono fare. Ma solo in teoria. "No ai posti in piedi. No quindi alla capienza piena. No alla somministrazione di cibo e bevande, che per molti degli spazi rappresenta l’unica fonte di entrata per la realizzazione degli spettacoli. Sono concerti parziali, insostenibili economicamente, impossibili da programmare. Oltre che privi di un vero contatto fra artisti e pubblico".