ANDREA GIANNI
Cronaca

"Locali chiusi a Natale? Nessuna logica"

La rabbia dei ristoratori senza bussola. L’imprenditore Maggiori: il 50% delle attività non riaprirà, noi resisteremo fino a marzo

L'imprenditore Edoardo Maggiori

L'imprenditore Edoardo Maggiori

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro.

Milano, 16 dicembre 2020 - "Quando ci aspettiamo di sapere se potremo rimanere aperti? La sera del 23 dicembre...". Edoardo Maggiori, imprenditore milanese a capo delle catene La Filetteria Italiana e Magnaki, presidente di Fiepet-Confesercenti Milano, come tutti i ristoratori è alle prese con l’ennesima incognita, questa volta legata alla possibile chiusura dei locali nel periodo di Natale e Capodanno.

Maggiori, che cosa ne pensa? "Mi sembra che il Governo agisca senza logica e programmazione. Siamo in balia degli eventi, e invece gli eventi andrebbero governati e previsti. Ogni volta dobbiamo stare dietro a cambiamenti dell’ultima ora, dopo aver fatto enormi investimenti per poter aprire in sicurezza. Ci devono spiegare che cosa cambia tra aprire oggi a pranzo e aprire il 25 dicembre". L’idea sarebbe quella di spingere la gente a non uscire di casa, evitando quindi possibili contagi. "Ma sappiamo tutti che le persone usciranno lo stesso, si riuniranno a casa di amici e parenti e chi vive a Milano sta già partendo in questi giorni per raggiungere altre zone d’Italia. Pranzare al ristorante, dove vengono osservati stringenti protocolli, è certamente più sicuro rispetto a una riunione in casa. Poi non bisogna dimenticare che noi svolgiamo anche una funzione sociale: da noi vengono anche persone sole, che non hanno una famiglia con cui trascorrere le feste". Quando vi aspettate una risposta definitiva? "Il 23 sera, purtroppo. Ormai siamo abituati, come i nostri dipendenti, a organizzarci all’ultimo". Con il passaggio in zona gialla come stanno andando gli affari nei vostri ristoranti? "Siamo passati dal 10% del fatturato rispetto all’anno scorso al 20%. Registriamo ancora un 80% in meno, dovuto al fatto di poter lavorare solo a pranzo e allo smart working. In questo momento, facendo il bilancio fra incassi e spese, per noi rimanere aperti o chiusi non fa troppa differenza, ma la fa per i nostri 150 dipendenti". Fino a quando riuscirete a resistere? "Noi abbiamo una capacità di cassa fino a marzo, e siamo un’azienda solida. Ogni giorno vedo locali che chiudono. Alla fine della pandemia prevediamo un 50% delle attività chiuse. Anch’io ho avuto il Covid, quasi asintomatico, ma adesso credo che la paura sia legata più che alla salute all’insicurezza economica. Sono convinto però che Milano, una volta finito questo incubo, ripartirà più forte di prima. Anche la folla che si è vista domenica è un segnale di vitalità".  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro