
Lo screening per il tumore al seno. Solo metà delle lombarde aderisce. Ambra: appuntamento con noi stesse
L’anno scorso in Lombardia ci sono state circa 9.300 nuove diagnosi di tumore al seno, e 2.100 persone di tumore al seno sono morte: "Un numero inaccettabile", dice l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, perché per questo tumore esiste uno screening efficace, la mammografia gratuita che dal 2017 in Lombardia e in altre nove regioni è stata ampliata e viene offerta una volta all’anno a tutte le donne tra i 45 e i 49 anni, una volta ogni due anni a tutte le donne dai 50 ai 75 anni. Grazie allo screening, l’anno scorso, in Lombardia sono stati intercettati circa duemila tumori della mammella (più di uno su cinque di quelli diagnosticati), di cui più di metà (1.100) in fase molto precoce, e la mortalità è stata abbattuta del 38%. E però, del milione di lombarde da 45 a 74 anni invitate alla mammografia, solo 500 mila hanno aderito. La metà.
"Una percentuale insoddisfacente - chiarisce Bertolaso - e non solo perché il ministero della Salute ci dice di arrivare al 60%: vogliamo il 100%". Così il meccanismo è stato semplificato e aggiornato, accogliendo le richieste delle associazioni impegnate nella lotta al tumore al seno: le lettere d’invito continueranno a essere inviate a casa ma ora le donne che rientrano nella fascia d’età interessata possono prenotare la mammografia gratuita annuale o biennale direttamente sul portale www.prenotasalute.regione.lombardia.it e modificare l’appuntamento contattando i centri screening delle Ats. Non basta però, e non basta nemmeno il programma di controlli, ben più intensivo, ai quali sono sottoposti in Lombardia più di tremila donne e circa 600 uomini (di cui cento hanno avuto il cancro al seno) portatori di mutazioni nei geni BRCA1 e 2 che li espongono ad alcuni tumori precoci e violenti. Per coinvolgere l’altra popolazione, quel milione di lombarde magari non ad altissimo rischio, ma comunque a rischio, nella campagna di massa, è stata ingaggiata una testimonial. Ambra Angiolini, da poco anagraficamente nella platea “screenabile”, è la protagonista a titolo gratuito di una campagna che girerà in tv, in radio, sul web e sui mezzi pubblici con lo slogan: "Se davvero ti vuoi bene, prenota oggi".
Nello spot c’è lei che prende un taxi e spiega alla tassista (un’ altra attrice che ha partecipato anche lei senza volere alcun compenso) di avere "un appuntamento con me stessa - spiega la protagonista –. E mi faccio anche carina per andare a fare lo screening, perché mi voglio bene. Noi donne viviamo sempre in urgenza, abbiamo i figli, cose da fare e posticipiamo quello che ci riguarda a domani. Ma potrebbe arrivare altro", qualcosa che il domani lo cancella. L’idea, chiarisce Angiolini, "è normalizzare lo screening, parlarne, farlo entrare nel quotidiano anche per educare le nostre ragazze".
"Questa è la vera prevenzione", sottolinea Bertolaso, annunciando che "dall’anno prossimo, quando saremo sicuri di poter garantire gli screening per tutta una serie di patologie che possono essere intercettate con controlli a monte, introdurremo un meccanismo di penalità e premialità". Ove, precisa, le premialità, sotto forma di incentivi "che dobbiamo studiare" ma potrebbero essere biglietti per eventi o altri bonus, sono destinate a chi si sottopone agli screening. Le penalità, invece, saranno per le strutture che non li garantiscono, "un po’ come come per le liste d’attesa. Non vogliamo più alibi per nessuno, a cominciare da noi stessi".