Riccardi
I mercati si attendono il calo della inflazione. Ci sarà una riduzione dei tassi di interesse ed aumenterà la capacità di spesa dei consumatori. I carrelli desolatamente vuoti torneranno a riempirsi. Ovviamente ne beneficerà l’economia nel suo complesso con ricadute globalmente benefiche. Nel quadro sembrano tornare i colori accesi, messi da parte quelli cupi. Sarà così? Secondo Milton Friedman "l’inflazione è causata dalla troppa moneta a caccia di troppi pochi beni". La teoria classica del grande monetarista è stata, negli ultimi anni soprattutto in Europa, sconfessata. L’aumento dei prezzi non è derivato dal surriscaldamento della economia quanto da fenomeni esterni, chiamati “cigni neri“, che hanno sconvolto il mondo (la pandemia) ed alcune regioni di questo (le guerre in corso). La Fed e la Bce hanno operato una stretta aumentando il costo del denaro. Le conseguenze molteplici. Sia per i debiti degli Stati che per i privati con i borsellini che si svuotano più rapidamente.
Non per eccesso di domanda, ma per fattori esogeni. La pandemia, l’invasione russa in Ucraina, il proditorio attacco del 7 ottobre che ha scatenato la legittima (non pare che tutti la pensino così. Anzi!) reazione di Israele. La circolazione sul Mar Rosso divenuta pericolosa e foriera di allargamento bellico. Non vi è dubbio che, il copyright sembra sia della Thatcher, l’inflazione costituisca la più iniqua delle tasse, in un Paese come il nostro con i cittadini tra i più tartassati e con una evasione che è difficile sradicare. L’Italia, pur con un debito monstre, ha maggiori risorse dei partner europei. Non pare che la politica lo abbia compreso. Molti gli slogan. Quasi a ricordare che lo Stivale è pieno di influencer e di gonzi che li seguono. Cosa augurarsi? Che in Italia vinca l’ottimismo della ragione, senza la quale, pur avendo un cospicuo patrimonio, ci mancheranno i soldi per il caffè.