Una ricetta in otto punti per abbattere le liste d’attesa per visite ed esami, ossia il Problema della sanità "universalistica" all’italiana, non solo in Lombardia. Il Pd scalda i motori verso le elezioni del prossimo anno (la sanità rappresenta l’80% del bilancio regionale) lanciando una campagna, "Prima è salute". Una raccolta firme che farà il giro delle feste dell’Unità e delle piazze per tutto il mese, intorno a un “ottalogo“ di "interventi da fare in tempi brevi e meno brevi per riportare la sanità pubblica lombarda a tempi d’attesa ragionevoli". Infatti, "una cura che arriva dopo mesi può incidere sull’esito e comunque comporta disagi, dolore, ansia", ricordano il segretario regionale dem Vinicio Peluffo e Fabio Pizzul (in foto), capogruppo al Pirellone.
Le otto proposte del Pd si aprono col quasi-raddoppio della Case di comunità: dalle 216 attualmente previste (di cui 199 finanziate dal Pnrr e le altre 17 con fondi regionali) a "500, una ogni ventimila abitanti". Poi c’è l’idea mettere nelle mani dei medici di base la prescrizione delle prestazioni "per l’intero percorso di cura, senza che ci debba essere una ricetta per ogni esame e visita"; l’accessibilità facile al fascicolo sanitario elettronico "a tutte le figure sanitarie", l’accesso dell’utente "con una sola telefonata o un solo clic a tutte le possibilità di prenotazione" nelle strutture pubbliche e nelle private convenzionate, e "pari doveri" per queste ultime ("La Regione deve decidere quali prestazioni debbano fare"). Ancora, "risorse per pagare il personale disponibile a fare visite ed esami anche il pomeriggio, la sera e nel weekend", e infine "disporre che in ogni ospedale" che non rispetta i tempi previsti dal ministero della Salute sia "ridotto" lo spazio per le prestazioni in libera professione (a pagamento), e che queste siano erogate a carico del servizio sanitario nazionale. Gi. Bo.
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