L’infortunio sul lavoro. Mohammed “il piccolo“ muore in cantiere: "Giovane mite e serio"

A Milano da 2 anni, era impegnato su una torre in costruzione in via Parravicini. Il coordinatore della scuola d’italiano: "Viveva per la moglie e la figlia in Egitto".

L’infortunio sul lavoro. Mohammed “il piccolo“ muore in cantiere: "Giovane mite e serio"

L’infortunio sul lavoro. Mohammed “il piccolo“ muore in cantiere: "Giovane mite e serio"

di Marianna Vazzana

MILANO

Il disegno di un volto di bambina con gli occhi chiusi e la bocca all’ingiù, realizzato chissà quando sulla rete del cantiere di via Parravicini all’angolo con via Sammartini, ora sembra un presagio oscuro ai piedi della torre residenziale di 10 piani in costruzione a un passo dalla stazione Centrale, perché ieri poco dopo le 8 un giovane operaio è morto schiacciato dal carico di una gru: non ha avuto scampo Mohammed Ali Fathi Abdelghani, egiziano residente a Milano, che lo scorso 28 aprile aveva compiuto 28 anni. La beffa: proprio il 28 aprile si celebra la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. "Era in Italia da 2 anni, lavorava per mandare i soldi alla famiglia in Egitto: alla sua bambina di 3 anni e alla moglie", ha spiegato un cugino, in via Parravicini insieme al fratello della vittima dopo la tragedia che è avvenuta alle 8: dall’autogru in movimento si è sganciata una cassaforma metallica, che è caduta addosso al ventottenne uccidendolo. Si tratta di una struttura temporanea per sostenere il calcestruzzo fresco fino a quando non si indurisce. Questa, in base ai primi rilievi, è la dinamica. Per liberare il corpo sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. Ma è stato tutto vano: i soccorritori del 118 non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Sul posto anche Ats e la polizia locale. Il pm Antonio Cristillo ha aperto un fascicolo, indagando per omicidio colposo.

Mohammed, che era assunto regolarmente, in base a quanto riferito dai conoscenti abitava nella zona di via Padova, lavorava nel cantiere di via Parravicini da circa 4 mesi e per la stessa azienda aveva avuto altri incarichi. Da anni si dava da fare nell’edilizia "come carpentiere".

"Un ragazzo mite", lo ricorda Umberto Contro, che coordina Sheb Sheb, organizzazione no profit "per la valorizzazione dell’identità e della memoria dei giovani egiziani". Mohammed Ali si era avvicinato a questa realtà per studiare l’italiano, "è stato con noi – continua Contro – tra l’estate del 2022 e i primi quattro mesi del 2023. Era molto serio, timido, e aveva voglia di imparare. Era un giovane tutto casa e lavoro, viveva per la moglie e la sua bambina in Egitto. È una tragedia che mi sconvolge: sono vicino ai suoi familiari e agli amici". Sul suo profilo Facebook, le foto della figlioletta e anche di momenti spensierati a Milano: a gennaio 2022 si era fatto fotografare sorridente vicino all’albero di Natale in Galleria. Sempre sui social si era registrato con il suo soprannome: Elsughir, "che vuol dire il piccolo. Per l’atteggiamento timido e dimesso. Mancherà".