ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

L’indagine sul Milan e lo stadio. Il Pd invita alla prudenza: "Stop all’accordo di programma"

La mozione in Aula a San Donato: attendere gli accertamenti sulla struttura societaria. Sit-in contro il progetto: l’abbazia di Chiaravalle va tutelata, storia e ambiente a rischio.

L’indagine sul Milan e lo stadio. Il Pd invita alla prudenza: "Stop all’accordo di programma"

L’indagine sul Milan e lo stadio. Il Pd invita alla prudenza: "Stop all’accordo di programma"

"Una maggior prudenza sarebbe un atto di buon senso, vista l’indagine avviata dalla Procura di Milano". Così Gianfranco Ginelli (Pd), ex vicesindaco oggi consigliere comunale di minoranza a San Donato Milanese, commenta la mozione che ha presentato con Gina Falbo (Insieme per San Donato). La richiesta è quella di sospendere l’iter relativo all’Accordo di programma, lo strumento tecnico-formale col quale il Comune di San Donato intende valutare la proposta di variante urbanistica avanzata dal Milan per la costruzione di uno stadio da 70mila posti nell’area San Francesco. L’appello a interrompere la procedura fa seguito all’inchiesta della Procura di Milano, condotta dalla Guardia di finanza, con al centro l’ipotesi che il club rossonero sia ancora nelle mani del fondo Elliott e la cessione a RedBird nel 2022 fosse fittizia. Un’indagine ancora in corso, che potrebbe portare a ulteriori sviluppi.

Nella mozione, che verrà discussa in una delle prossime sedute del parlamentino locale, si chiede di congelare l’accordo "finché non vi sia un pronunciamento delle autorità competenti che faccia piena chiarezza sull’attuale struttura societaria di Ac Milan. Il tutto per ragioni di trasparenza e al fine di perseguire l’interesse pubblico". Intanto, nella mattinata di ieri il comitato "no stadio" di San Donato si è unito ad un sit-in organizzato a Chiaravalle da alcune associazioni locali.

Con cartelli e volantini si è ribadito un secco "no" ad un impianto sportivo che verrebbe a trovarsi a soli 850 metri dall’antica abbazia cistercense e rischierebbe di compromettere l’equilibrio storico-ambientale dell’intera zona.