L’esondazione del Seveso, anche dal punto di vista giudiziario ha “precedenti“.
Sotto la lente della Procura, affidate alle indagine della pm Maura Ripamonti, ci furono le esondazioni avvenute fra il 2010 e il 2014. Era il 2015 quando otto persone finirono iscritte sul registro degli indagati con l’accusa di "inondazione colposa" in merito a vari episodi esattamente simili a quelli che si sono verificati ieri. Sotto inchiesta erano finiti gli ex sindaci Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, gli ex assessori comunali Marco Granelli e Riccardo De Corato, oltre all’ex governatore regionale Roberto Formigoni, gli assessori delle sue giunte Davide Boni e Daniele Belotti e due dirigenti regionali.
L’inchiesta, con il coordinamento del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, contestava agli otto di aver causato, "non impedendola" e con una serie di condotte "omissive", un’esondazione del Seveso il 18 settembre 2010 con danni che vennero quantificati in circa "75 milioni di euro". In particolare gli indagati avevano omesso di "assicurare la progettazione e la realizzazione delle opere diprevenzione dalle esondazioni" e, in particolare, la costruzione delle "vasche di laminazione" e "l’ampliamento della portata" del cosiddetto "canale scolmatore", pur essendoci già dal 2003 studi di fattibilità sul punto. Presunte omissioni anche sull’attività di vigilanza "in materia di polizia idraulica", sulla "pulizia dei sedimenti accumulati nel tratto tombinato del Seveso" e su altri necessari "interventi strutturali".
All’inizio del 2020, il gip Raffaella Mascherino aveva però di fatto condiviso la richiesta di archiviazione che, a maggio 2019, aveva presentato la stessa pm Ripamonti dopo più di quattro anni di indagini. In merito alle esondazioni era stato sancito che a tutti gli indagati, vista l’entità delle opere idrauliche da realizzare, "non potesse essere attribuito un rimprovero, in termini di mera colpa, per non aver eseguito o completato le opere provvisionali" per due ordini di ragioni: l’elevato costo e le difficoltà di reperire i finanziamenti e i continui ricorsi legali di comitati di residenti e del comune di Senago sul cui territorio era prevista una vasca di laminazione.
Anna Giorgi