Liceo Bramante in festa: ha formato la classe politica

Memorabile, negli anni ’70, il referendum che spaccò studenti e insegnanti per trovare un nome alla scuola: e l’architetto del ’500 la spuntò su Fermi

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di Francesco Pellegatta

"La parola liceo viene da "luce": è un luogo fatto per illuminare". Ancora pochi giorni e Magenta festeggerà i cinquant’anni del suo amato liceo scientifico "Donato Bramante", il primo del territorio, nato all’inizio degli Anni ’70 in quello che allora era un vivissimo polo industriale-commerciale, con aziende che contavano migliaia di dipendenti.

Una scuola nata per evitare ai giovani studenti di lasciare Magenta e recarsi a Milano o Novara, a quel tempo le sedi di licei più prossime, voluta da due uomini politici che hanno fatto la storia della città: l’assessore (e maestro elementare) Paolo Bassi e il sindaco Ambrogio Colombo. Si rivolsero al Padri Somaschi, che a Magenta avevano creato un istituto nato per diventare seminario di studi teologici e fino a quel momento abitato da trovatelli. Fu padre Carlo Pellegrini ad accogliere la richiesta: "La prima classe iniziò nel seminterrato con 27 studenti. L’anno successivo erano in cento – racconta Emanuele Torreggiani, ex assessore magentino ed ex studente del Bramante, autore di un libro dedicato alla storia del liceo -. All’inizio si trattava di un distaccamento dello scientifico statale di Legnano che accolse ragazzi da tutto il territorio. Prima del Bramante le uniche scuole in città erano l’Einaudi e l’istituto di avviamento professionale". Memorabile, tra il ‘76 e il ’77, il referendum che spaccò studenti e insegnanti per trovare un nome alla neonata scuola: da una parte la fazione di coloro che volevano intitolare l’istituto a Enrico Fermi, dall’altra quella che parteggiava per l’architetto e ingegnere Donato Bramante.

Tra questi ultimi anche la prima preside del liceo: Luisa Di Bella. Forse Fermi pagò le polemiche di quel periodo intorno all’atomica, fatto sta che la spuntò Bramante, e il resto è storia. I numeri dicono che da allora oltre l’85% degli studenti usciti dall’istituto ha poi conseguito una laurea, contribuendo a formare la classe politica del territorio e non solo. Ma anche professori universitari, medici, avvocati, architetti, ingegneri… Anche grazie alla qualità dei professori che si sono susseguiti negli anni. "Voglio ricordare solo un episodio – continua Torreggiani – e riguarda la mia maturità.

Eravamo tutti schierati in palestra per la temuta seconda prova di matematica. Il presidente della commissione aveva appena dettato il testo dell’esercizio estratto dalla busta quando intervenne il mitico professore di Matematica, Piercarlo Cattaneo: "Questo non fatelo, è sbagliato" – disse. Tra le proteste del presidente andò alla lavagna e in 30 secondi dimostrò l’errore. La sera tutti i telegiornali parlavano della prova di maturità errata".

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