
Piccolo Cottolengo Don Orione
Milano, 2 maggio 2018 - Ha scritto una lettera aperta a Papa Francesco la lavoratrice licenziata ammalata di tumore, nonostante fosse idonea al lavoro pur con alcune limitazioni, dopo anni di attività nella pulizia e nella cura ai pazienti dal Piccolo Cottolengo Don Orione di Milano, storica istituzione religiosa di assistenza agli anziani, che ha ritenuto di non poterla ricollocare nella struttura o in altre sedi. Il sindacato Sgb, che segue la vicenda, chiede inoltre un incontro urgente all'arcivescovo del capoluogo lombardo Mario Delpini.
"Mi rivolgo a Voi da credente e da lavoratrice che porta sul proprio corpo le tracce lasciate dalla malattia - scrive la donna, 53 anni, sposata e con un figlio da mantenere -. Purtroppo i postumi della chemioterapia mi hanno reso parzialmente idonea alla mansione di ausiliaria socio-sanitaria. Ho lavorato per 33 anni con passione e ho accudito amorevolmente gli ospiti del piccolo Cottolengo e mi sarei aspettata di poter continuare a farlo fino al termine della mia vita lavorativa. Invece mi sono ritrovata con una lettera di licenziamento proprio per i miei problemi di salute, sapendo che molte sono ancora le attività che la mia condizione mi permette di svolgere".
"Non riesco a capacitarmi di questo - scrive ancora la donna al Pontefice - e mi rivolgo alla Vostra grande umanità, che discende dalla fede in Nostro Signore, per chiedere un Vostro intervento, prima ancora di quello del Tribunale, per riavere il mio lavoro, che vivo come una missione, ma che garantisce anche a me e alla mia famiglia, un reddito per una vita dignitosa". Il caso della lavoratrice ha avuto forte attenzione da parte dei media. Il 10 maggio, dalle 9.30 alle 13, il Sindacato generale di base attuerà un presidio sotto il Cottolengo, in viale Caterina da Forlì, a Milano.