Lezione di Pedrin il migliore di tutti i maìster

Andrea

Maietti

Pedrìn maìster (capo muratore): "Da ragazzo - raccontava - ero il magutto (garzone) prediletto di Cechìn el müt , il migliore di tutti i maìster da me conosciuti. Era secco come una forcella da bucato, assorto nel suo lavoro come se tutto il resto non lo toccasse. Bisognava capirlo dalle occhiate. Era l’unico a non prendere i magutti a calcinculo. Maìster si nasce. Bisogna avere la voglia di imparare, la curiosità di capire, il desiderio di imitare. Io guardavo come Cechìn tirava il filo a piombo, maneggiava cazzuola e fretazzo, come fossero la pisside o l’ostia santa. Si può essere muratori e restare pacia-molta per tutta la vita. Come Bigiu-Buton che, se lasciato fare, tirava su pilastri più obliqui della torre di Pisa. Lo tenevano buono, perché era più forte di un bue, non aveva rivali a braccio di ferro e sollevava travi da un quintale. E’diventato famoso un giorno che ha voluto costruirsi un pollaio per certe sue oche della Val Tidone, che promettevano di diventare grosse come struzzi. Era domenica, e lui cominciò il lavoro di buonora. Prima del buio aveva già tirato su due metri di forati su tutti e quattro i lati. Lo sentirono tirare giù i santi, quando si avventò a tutte corna contro una parete per aprirvi una breccia. Si era dimenticato di lasciare un vano per la porta. Adesso si comincia a parlare di tirar su i muri usando il computer. E’ la fine del maìster. Ma sono sicuro che sarà come per i medici, quando mandano la gente a fare le analisi. Si affidano al laboratorio. Ma anche le macchine del laboratorio sbagliano. Quando succede sono disastri, al cui confronto il pollaio di Bigiu-Buton è una barzelletta da fare buon sangue. Tutto sommato a rimetterci non sono state neppure le oche della Val Tidone, che sono rimaste oche normali".

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