
L’evasione dall’ospedale San Carlo. Calci e pugni agli agenti di scorta. Detenuto del Beccaria in fuga
di Marianna Vazzana
Pugni e calci per staccarsi dagli agenti e fuggire dal pronto soccorso dove era stato accompagnato per aver ingerito un oggetto, un pezzo di legno stando a quanto risulta al Giorno. In fuga, un detenuto del carcere minorile Beccaria: diciotto anni, albanese, finito all’istituto penitenziario di via Calchi Taeggi da pochi giorni con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Domenica sera era al pronto soccorso dell’ospedale San Carlo, controllato a vista in attesa della visita, quando ha deciso attaccare gli agenti di polizia penitenziaria che lo avevano in custodia per poi scappare di corsa. Immediate le ricerche, prima all’interno dell’ospedale e poi nei pressi della struttura. Ma al momento del giovane fuggitivo non c’è traccia. In base a quanto ricostruito, si sarebbe allontanato ancor prima che i medici lo visitassero. "Si tratta di evasione, e questo non può che avere per lui gravi ripercussioni se non si costituisce al più presto" fa sapere Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato autonomo Polizia penitenziaria. Le ricerche sono andate avanti tutta la notte, anche con l’aiuto dei filmati delle telecamere di sorveglianza. Una situazione che fa tornare sul piede di guerra i sindacati: "Le condizioni lavorative del personale di polizia penitenziaria del Beccaria sono oramai al collasso. Turni estenuanti e mancanza di risorse disponibili stanno letteralmente mimando lo stato psicofisico di tutto il personale", aggiunge Greco. "Ora è prioritario catturare l’evaso. Ma il Sappe auspica quanto prima una celere soluzione a questi eventi critici che coinvolgono i detenuti, oramai divenuti meramente statistica", sottolinea Donato Capece, segretario generale del Sappe.
I riflettori sono puntati da tempo sul Beccaria. In particolare dallo scorso Natale, il giorno della maxi evasione di 7 detenuti che avevano approfittato di una breccia nel “cantiere infinito“ per fuggire. Lavori per ristrutturare un padiglione, in corso da 16 anni, e che sono stati ultimati nelle ultime settimane aumentando la capienza della struttura. Nel vecchio padiglione (che dovrà essere ristrutturato), di posti ce n’erano 26, più 6 della sezione per i detenuti lavoratori. Adesso, nel nuovo, la quota è di una cinquantina. L’intento è riuscire ad aprire due padiglioni (operazione che porterebbe la capienza totale a 80 posti). Da tempo, però, i lavoratori chiedono di incrementare il personale, sia di agenti e sia di educatori. Già ora, come riportato su queste pagine la settimana scorsa, la situazione è difficile nonostante il Dipartimento della Giustizia minorile si sia dato da fare per sopperire alle carenze. Senza contare che ci sono stati altri tentativi di evasione e disordini all’interno della struttura.
L’ultimo episodio un mese fa, quando un detenuto ha tentato di evadere saltando dalla finestra della propria cella al terzo piano dell’edificio. Infortunatosi, è stato ripreso dalla polizia penitenziaria. "Dopo la clamorosa evasione multipla del Natale scorso, si ripresenta evidentemente in tutta la sua gravità il tema della sicurezza dell’Ipm milanese e, più in generale, delle strutture penali minorili", era stato il commento di Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.