MASSIMILIANO MINGOIA; NICOLA PALMA
Cronaca

Leonka tra piazza Fontana e Duomo. Sala: un simbolo che non può morire

La manifestazione si chiuderà ufficialmente a 350 metri dalla Cattedrale, piena per il Giubileo della scuola. Ma una mobilitazione senza tensioni e la fine della cerimonia potrebbero aprire la strada a un’ultima tappa.

Daniele Farina storico portavoce del Leoncavallo

Daniele Farina storico portavoce del Leoncavallo

di Massimiliano Mingoia e Nicola PalmaMILANOIl sindaco Giuseppe Sala non sarà in città: dopo aver reso omaggio a Giorgio Armani alla camera ardente di via Bergognone, partirà per Parigi con la Scala. Tuttavia, ieri sera alla festa dell’Unità il primo cittadino ha detto ancora una volta la sua sul Leoncavallo, all’immediata vigilia della manifestazione contro lo sfratto del centro sociale dall’ex cartiera di via Watteau: "Per me è stata una pagina bruttissima. Io devo cercare una soluzione alternativa con rapidità perché quel simbolo di Milano non può morire", il riferimento all’avviso pubblico appena lanciato per trovare una nuova sede in via San Dionigi.

Poi l’affondo contro Casapound: "Io spero che li sgomberino domani mattina, ma non li paragoniamo al Leoncavallo, che ha una storia di 50 anni e ha un valore storico e politico". Mezzo secolo che i militanti del Leonka non mancheranno di squadernare nel corteo nazionale contro lo sfratto andato in scena lo scorso 21 agosto dal capannone occupato nel 1994 a Greco. In piazza decine di migliaia di persone, con pullman in arrivo anche da Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio e stime che oscillano tra 25mila e 50mila presenze. Il complesso puzzle dell’ordine pubblico è stato composto quasi per intero nelle ultime ore: le interlocuzioni costanti tra Questura e organizzatori e il tavolo tecnico delle 18 hanno fatto da prologo alle prescrizioni adottate da via Fatebenefratelli. Una su tutte: la manifestazione si concluderà in piazza Fontana, a 350 metri dalla Cattedrale indicata dal Leonka come meta finale del percorso preavvisato nei giorni scorsi. Tuttavia, non è escluso che ci sia una coda finale in Duomo, con due variabili che incideranno sulla decisione da prendere in corso d’opera.

Quali sono? La prima: l’andamento senza tensioni della mobilitazione. La seconda: la fine delle celebrazioni del Giubileo diocesano della scuola, che inizierà alle 15.30 con un dialogo tra l’arcivescovo Mario Delpini e il docente Marco Balzano e proseguirà con la messa presieduta da don Giuseppe Como. Se i tempi del deflusso dal Duomo di insegnanti e dirigenti scolastici fossero compatibili con quelli del corteo, i pro Leoncavallo potrebbero approdare nell’agognata piazza Duomo. La giornata si aprirà a mezzogiorno in Centrale: lì si troveranno i militanti del Cantiere e di altri centri sociali, che hanno deciso di dar vita all’antipasto di corteo "Contro la città dei padroni". Il primo serpentone si muoverà verso via Galvani e poi svolterà a sinistra in via Gioia, passando davanti a Palazzo Lombardia e a quel Pirellino finito al centro delle inchieste sull’Urbanistica: proprio in quel punto, così evocativo per chi sfilerà, potrebbe andare in scena un flash mob per ricordare le accuse dei pm a quelli che gli antagonisti considerano "i padroni della città".

Poi la manifestazione attraverserà piazza Repubblica, scollinerà viale Città di Fiume e si ritroverà a Porta Venezia, per congiungersi a quella del Leoncavallo. Che dovrebbe partire alle 14.30 (ma l’orario potrebbe slittare in avanti per un ritardo “tattico” in chiave Duomo) dalle parti di piazza Oberdan e percorrere la circonvallazione interna tra viale Majno, viale Bianca, viale Regina Margherita e viale Caldara, per poi svoltare verso il centro in corso di Porta Romana. Quindi il passaggio in via Sforza e la svolta verso largo Augusto, e da lì in piazza Fontana. A quel punto, la Cattedrale sarà vicinissima.