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Caso Ruby, Lele Mora: "Mai prostitute ad Arcore. Al massimo amanti"

Per il talent scout "è giusta l'assoluzione di Berlusconi - spiega Lele Mora -. L'ex premier non aveva certo bisogno di me e Fede per incontrare delle donne"

Milano, 25 settembre 2014 - Lele Mora si è presentato in mattinata in Tribunale a Milano per l'udienza del processo d'Appello cosiddetto 'Ruby Bis'. A margine l'ex talent scout ha parlato del proscioglimento di Silvio Berlusconi lo scorso luglio dalle accuse di concussione e prostituzione minorile proprio per il caso Ruby, in Appello. Mora, condannato in primo grado a 7 anni di carcere (come Emilio Fede, mentre a Nicole Minetti sono stati inflitti 5 anni), ha detto: "Sono due processi totalmente diversi, anche se il fine è uno solo, ma sono contento per l'assoluzione di Berlusconi, la trovo una cosa giusta, perchè ognuno a casa sua può fare quello che preferisce".

La Villa di Berlusconi ad Arcore, ha precisato, "non era una casa di tolleranza, quelle ragazze non erano prostitute ma al massimo amanti e un'amante al suo uomo può chiedere quello che vuole". Quanto a Ruby, "non ha mai avuto rapporti sessuali con Berlusconi, posso confermarlo, aveva solo rapporti economici, era una furba e lui da uomo generoso l'ha aiutata". E comunque "Berlusconi non aveva certo bisogno nè di me nè di Fede se voleva qualche signorina per divertirsi". Da Mora anche qualche parola sul percorso di affidamento ai servizi sociali che sta svolgendo per la bancarotta della sua società, la Lm Management: "Ora lavoro nella società di pubblicità di mio figlio, faccio lo stagista in pratica e lui è il mio datore di lavoro e poi faccio molto più di due ore al giorno di lavori sociali nella comunità di Don Mazzi e sono sereno". Infine, un annuncio: "Sto scrivendo un secondo libro su tutta la mia vita".