
Paura legionella
Milano, 31 agosto 2018 - È allarme legionella ad Andalo, in Trentino, per due casi che si sono verificati in paese. Ad essere colpiti dal batterio sono stati due turisti che durante l’estate hanno preso in affitto un appartamento nello stesso residence. Uno di loro, un milanese che da sempre trascorre le vacanze in Trentino, è morto la scorsa settimana in ospedale. Nel secondo caso, per fortuna, la malattia ha avuto un esito decisamente più favorevole. Quest’ultimo, turista in Trentino insieme alla moglie dai primi di luglio, dopo un lungo ricovero all’ospedale di Cles è stato dimesso sabato e le sue condizioni stanno migliorando di giorno in giorno. Ieri, per effettuare dei controlli, nella casa vacanza di Andalo, dove tutt’ora sono ospitate numerose famiglie, si è recato un tecnico del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria. Sono stati effettuati dei prelievi di acqua per verificare se il batterio della legionella si trovi nelle tubature della casa. Il batterio si può contrarre respirando acqua contaminata, facendo la doccia o usando l’aria condizionata.
«Tutto è iniziato nei giorni di Ferragosto quando mio suocero ha iniziato ad avere la febbre. Febbre che non andava via. Così è stato portato in ospedale e ricoverato a Cles. La diagnosi è stata polmonite da legionella», ha spiega la nuora a L’Adige. Proprio parlando con i vicini, con il personale sanitario e con la padrona di casa, la famiglia dell’anziano ricoverato a Cles e poi guarito ha scoperto che nella stessa casa, più o meno nello stesso periodo, si era ammalata, sempre di legionella, un’altra persona. In tutto, da inizio anno, sono 46 i casi di infezioni da batterio registrate in Trentino. L’anziano turista milanese, anche lui ricoverato dopo Ferragosto e poi deceduto, ha avuto la peggio per le condizioni di salute non ottimali.
La malattia è infatti tanto più rischiosa quanto più il paziente è debilitato o presenta altre patologie. Fondamentalmente la legionellosi si manifesta sotto due forme: la «Febbre di Pontiac», solitamente meno grave e la «Malattia del Legionario». Quest’ultima si manifesta dopo un periodo di incubazione di 5-6 giorni, è difficilmente distinguibile da una normale polmonite se non attraverso esami, ma se diagnosticata tardi o insorta a soggetti molto deboli, può portare al decesso. Come successo al milanese. Ora sono attesi a giorni gli esiti degli esami sull’acqua. Se dovesse essere positivo verranno date dall’Azienda sanitaria le disposizioni per effettuare la disinfestazione.