"L’inquinamento estivo da ozono è un problema fortemente sottovalutato". Lo denuncia Damiano Di Simine (nella foto), responsabile scientifico di Legambiente Lombardia, commentando i dati sui giorni di superamento dei valori obiettivo nei capoluoghi lombardi. "Eppure, la Pianura Padana è l’area europea che maggiormente espone i suoi abitanti agli effetti tossici di questo gas estremamente nocivo. Urge un impegno istituzionale, di cui fino ad ora non vediamo traccia, per la riduzione degli inquinanti che sono all’origine dell’accumulo atmosferico di ozono, e in particolare del suo precursore più abbondante, il metano, che deriva dall’eccessiva concentrazione di allevamenti intensivi nella pianura lombarda". Gli effetti sulla qualità dell’aria non mancano di farsi notare: anche nell’estate appena trascorsa, tutte le città lombarde, con l’eccezione di Sondrio, hanno avuto livelli di ozono ben superiori a quelli raccomandati per la salute umana: le attuali raccomandazioni per la salute umana infatti indicano un valore obiettivo, calcolato come media sulle otto ore di massima insolazione, che non dovrebbe superare i 120 microgrammi/mc, con una tolleranza di 25 giorni all’anno di superamento.
I conti basati sui dati Arpa dicono che il numero di giorni di superamento nei capoluoghi lombardi è stato, invece, mediamente tra il doppio e il triplo del valore obiettivo. Si nota come la cattiva qualità dell’aria estiva si distribuisca in modo differente rispetto all’inverno. Mentre, infatti, in inverno le città più inquinate sono quelle della bassa padana, gravate dagli effetti dell’inversione termica, in estate invece l’inquinamento da ozono picchia più duro nelle località pedemontane, dove le masse d’aria inquinata provenienti dalla pianura vengono rallentate dall’ostacolo costituito dalla catena montuosa alpina. Così Bergamo, Brescia e Lecco sono tra le città che, in estate, soffrono gli effetti più nocivi dell’inquinamento da ozono. F.P.