Fabio
Corno*
La Commissione Europea ha recentemente aggiornato le proprie previsioni economiche riguardanti i prossimi mesi. Nonostante l’intensa ripresa del terzo trimestre, la seconda ondata della pandemia e le nuove misure di sanità pubblica introdotte sono destinate a provocare nuove perturbazioni, ad oggi difficilmente quantificabili. I dati più recenti fanno prevedere per l’economia della zona euro dati leggermente migliorativi per il 2020 ma meno brillanti per il 2021. Bisognerà comunque aspettare fino al 2023 per ritornare ai livelli precedenti alla pandemia. Preoccupano le previsioni riguardanti la perdita di posti di lavoro e la crescita imponente dei disavanzi e del debito pubblico: confrontando i valori attesi per il 2022 con quelli pre-crisi del 2019 si evidenzia un aumento del tasso di disoccupazione della zona Euro dal 7,5 % del 2019 all’8,9%; un aumento del disavanzo pubblico aggregato dallo 0,6 % al 4,7 % e un rapporto debitoPIL aggregato della zona euro in aumento dall’85,9 % al 102,6 % del Pil. Quanto alla Lombardia, Assolombarda vede prospettive positive per il settore manifatturiero, che – dopo il crollo del 10,2% del 2020 - dovrebbe guidare nel 2021 a un rimbalzo del PIL del 6,9%, con un ritorno della produzione industriale ai livelli 2019 entro la fine 2022.
Ne dovrebbero risentire positivamente le province lombarde, mentre dovrebbe mostrare una ripresa più lenta Milano (-5,1%). Dipende infatti molto dai servizi, che, a fronte del rapido aumento dei contagi da Covid-19 nell’ultimo mese, potrebbero subire un ulteriore calo. Non vanno in ogni caso presi sottogamba i primi segnali di un ulteriore deterioramento emersi a partire dalla fine di ottobre, a seguito delle progressive restrizioni adottate per contrastare la nuova ondata di contagi.
*Professore
di Economia aziendaleall’Università
di Milano-Bicocca