Le violenze di Capodanno in Duomo "Condannate i primi due del branco"

Il pm Alessia Menegazzo chiede 6 e 4 anni di reclusione al processo in abbreviato contro i ventenni

Le violenze di Capodanno in Duomo  "Condannate i primi due del branco"

Le violenze di Capodanno in Duomo "Condannate i primi due del branco"

Quattro anni di reclusione per il ventenne Abdel Fatah e sei anni per il 19enne Mahmoud Ibrahim. Sono le richieste di condannaformulate ieridal pm Alessia Menegazzo nei confronti di due dei giovani che avrebbero fatto parte del "branco" che aggredì sessualmente delle ragazze la notte del Capodanno 2022 in piazza Duomo.

I due imputati, assieme ad altri giovani, almeno una trentina, quella notte, come ha ricostruito il pm nella requisitoria, crearono una "barriera umana", un "muro", agendo con la "forza intimidatrice del branco", tanto che le ragazze rimanevano "paralizzate, qualsiasi azione veniva loro impedita, erano senza via di fuga, senza scampo". Cadevano a terra, ha spiegato ancora il pm, "sui cocci di vetro" delle bottiglie rotte e "piene di sangue subivano le violenze", con i giovani che "le lanciavano da una parte all’altra come oggetti, come se fossero borse o cellulari". La sentenza, nel processo che si celebra con rito abbreviato davanti al gup Marta Pollicino, arriverà il 4 maggio.

Sei le ragazze "persone offese" in questo procedimento, due delle quali si sono costituite parti civili coi legali Silvia Allai e Carlo Pellegri. I due imputati si dichiarano entrambi innocenti. Fatah, ancora in carcere, è accusato di un episodio di violenza sessuale, quello più grave e brutale ricostruito nell’indagine, avvenuto all’angolo con via Mazzini e ai danni di due ragazze (le parti civili del processo). La giovane che subì l’aggressione più violenta è già entrata come parte civile anche nel processo con rito ordinario al 22enne Abdallah Bouguedra, un altro degli arrestati nei mesi scorsi (compresi due minorenni e altri 3 maggiorenni). Per gli abusi ai danni della 19enne e dell’amica è imputato anche Ibrahim (ai domiciliari), che risponde, però, anche delle violenze su quattro amiche vicino alla Galleria Vittorio Emanuele II e di un’imputazione di rapina. Anche il Comune di Milano è parte civile col legale Federico Bier.

Nella requisitoria, il pm ieri ha ricostruito in modo dettagliato le immagini (soprattutto quelle di un video girato da una testimone oculare) e gli altri elementi raccolti nell’indagine della Squadra mobile, come gli abiti sequestrati e le analisi dei profili social che hanno portato all’individuazione di alcuni dei ragazzi di quei trenta e più che avrebbero fatto parte del "branco".

E ha parlato della situazione "di angoscia" vissuta dalle vittime "senza via di fuga". Gridavano aiuto, piangevano e nessuno, neanche gli amici, è riuscito a salvarle da quel "muro umano". Ieri un amico della 19enne che subì abusi vicino via Mazzini ha testimoniato come già aveva fatto nel processo ordinario. Ha detto di aver avuto "paura a testimoniare" per possibili ritorsioni. E ha raccontato di essersi rotto un dito quando cercò, senza riuscirci, di tirare fuori l’amica dalla "barriera umana".

M.Cons.

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