
Studenti sulle panchine in piazza Leonardo Da Vinci
Milano – Il volto di Città Studi è in evoluzione. Un po’ come quello degli studenti che ci abitano, che vanno e vengono, seguendo il ritmo delle lezioni, degli esami e delle feste in piazza Leonardo Da Vinci, con buona pace di chi, tra i residenti, si lamenta per la confusione e la sporcizia. I dipartimenti scientifici della Statale dal 2026 verranno trasferiti nel distretto Mind, in zona Expo, lasciando spazio a qualcosa di nuovo che - assicurano Palazzo Marino e l’ateneo - non pregiudicherà la natura studentesca del quartiere. Al contrario, è previsto un nuovo campus per Scienze sociali e Beni culturali. "Si parla da una vita dello spostamento delle facoltà scientifiche della Statale, ma non siamo preoccupati", racconta Angelo Corbetta, titolare dell’Harp Pub Guinness, da 48 anni in piazza Leonardo da Vinci e per 15 anni dietro il bancone del bar del Politecnico. "A quanto pare ci sarà comunque movimento, magari con altre sedi. So che la sede di via Noto verrà trasferita qui, per esempio. Non sarà come quando il Poli ha spostato alcune sedi in Bovisa: lì sì che avevamo perso tanta clientela, soprattutto tra gli ingegneri gestionali. Ma poi ci siamo rifatti, e anche bene".
A preoccuparsi di più, sono i proprietari della case in affitto agli studenti. Come racconta Marcello Re, titolare di un’agenzia immobiliare nei pressi del campus: "Spostare le sedi delle facoltà scientifiche potrebbe essere una perdita, ma dipende dalla velocità dei lavori con cui verranno sostituite, inevitabilmente ci sarà un periodo di assestamento e qualcuno potrebbe risentirne". Molti residenti, invece, più che dal trasloco, sono presi dalle feste studentesche organizzate in “piazza Leo“, come la chiamano gli universitari: "So di alcuni residenti che hanno mandato lettere al Municipio per lamentarsi", spiega Valentina Travaglia, titolare di un panificio in zona.
"Si lamentano dei rumori e della musica, soprattutto con l’arrivo della primavera e dell’estate, dove per forza di cose si dorme con la finestra aperta, e un po’ anche per la sporcizia che si trova il giorno dopo nella piazza". Una situazione che, però, dal punto di vista degli studenti non è così grave. Anzi, negli ultimi anni le feste nella piazza sono state istituzionalizzate, compreso il celebre Botellon, il festival che si svolge in Città Studi con musica dal vivo, stand e migliaia di partecipanti: "Il Botellon ormai è una festa autorizzata, e anche ben organizzata. Ci sono bagni chimici, stand, palchi, le camionette della polizia, le ambulanze. E il giorno dopo passa anche l’Amsa a pulire. Non è più una festa abusiva. Qualche anno fa, invece, sì che c’erano problemi. Arrivavano camion con cassoni che sparavano techno a tutto volume. Quelle potevano essere problematiche per i residenti. Ed erano quasi sempre organizzate da gente esterna all’università.
Ora, al massimo, le feste abusive consistono in qualche ragazzo con una cassa bluetooth e un paio di birre, niente di drammatico", racconta Leonardo Nicastro, studente del Politecnico. Oltre ai passi in avanti nell’organizzazione, le feste sono diventate anche più tranquille: "C’è stato un periodo con furti, risse e bottiglie spaccate", ricorda Francesco Renzi, anche lui studente del Poli. "Ma parliamo di un paio di anni fa. Ora la situazione è molto più tranquilla. Ci si va senza alcuna paura. Le ronde di maranza che venivano da fuori per cercare lo scontro non si vedono più tanto. L’ambiente è tornato universitario, e più controllato". A preoccupare gli studenti, oggi, non sono tanto le feste, ma più le falle nella sicurezza dell’ateneo: "Ormai dentro l’università bisogna stare attenti, ci sono persone che riescono a entrare e vengono per rubare telefoni e computer", racconta Maria Carmen D’Urbano, anche lei studente del Politecnico. "Per esempio, a me hanno rubato il cellulare poco tempo fa. La cosa più folle è che riescono addirittura a entrare in biblioteca per fare i furti, dove servirebbe mostrare la tessera studentesca per entrare".