Lavinia
Vercesi*
Milano è la mia città. Quella città in cui si torna un po’ a malincuore dopo le vacanze, ma della quale prima o poi si sente la mancanza. Cinema, teatri, ristorazione, mostre, sport, scuola, cultura, assistenza sanitaria di
qualità, tecnologia, internazionalità. Questa è Milano. Temporaneamente e parzialmente fermata dalla pandemia, ma con la promessa nel cuore di ripartire.
Una città che ha sempre voluto raggiungere obiettivi importanti per il bene di tutti e che ancora vuole farlo. In primis obiettivi di equilibrio. Nel senso più ampio del termine, equilibrio a tutto tondo: multiculturalità nel rispetto reciproco, accoglienza tra diritti e necessari corrispondenti doveri, finanza e sviluppo tecnologico ma anche salvaguardia della preziosa manualità artigiana e delle professioni di nicchia, impresa e indifferibile attenzione all’ecologia per la tutela della salute di tutti, lavoro e famiglia. Questo continuerà ad essere un impegno comune, da pianificare per i prossimi anni. Con l’energico slancio operoso tipico dei milanesi e di tutti coloro che, provenienti da ogni dove, hanno avuto in passato e certamente avranno nel futuro che ci aspetta lo stimolo giusto per trovare in sé stessi la volontà di “vivere” davvero Milano. Milano da vivere, appunto. Una vivibilità che si traduce anche nella semplicità ed efficienza dei trasporti da e per il centro, luogo attrattivo dal punto di vista lavorativo, culturale e turistico; uno dei tasselli cittadini importanti da proteggere e promuovere, ma non il solo, tali e tanti sono i luoghi della Città Metropolitana che possono essere protetti e promossi. Una vivibilità che per il prossimo futuro dovrà puntare su sistemi di mobilità eco-friendly, sia in termini di
adattamento della città all’innovazione delle auto elettriche sia rispetto alle due ruote e all’essenzialità di una rete di percorsi ciclabili che possano facilitare gli spostamenti non solo nel brevemedio tragitto, con molteplici fini di decongestionamento del trasporto pubblico, riduzione delle emissioni inquinanti e (appunto) maggiore vivibilità della città anche a vantaggio di quella fascia di popolazione che non può e non deve essere dimenticata, cioè i nostri bambini e ragazzi.
*Avvocato