Le maestre restauratrici. A rischio il laboratorio frequentato da Munari

Tra i committenti delle sorelle Sacchi Sant’Ambrogio e il Diocesano "Canone quasi raddoppiato, poi lo sfratto. Ora stiamo mediando".

Le maestre restauratrici. A rischio il laboratorio frequentato da Munari

Le maestre restauratrici. A rischio il laboratorio frequentato da Munari

Non è solo un laboratorio specializzato nel restauro di lacche, dorature e policromie ma un pezzo di storia milanese che rischia di svanire. "Questa città è tutta proiettata verso la costruzione di nuovi edifici, senza criterio, ma non si preoccupa di tutelare in qualche maniera le sue tradizioni" argomenta Mariangela Sacchi, 65 anni, che, con la sorella Anna di 9 anni più giovane è al timone di una bottega storica di restauro, in piazza Bertarelli 4, dal destino incerto. Dopo un’istanza di sfratto, è in corso una complicata mediazione con Invimit Sgr che gestisce il patrimonio immobiliare di Inps, proprietario del palazzo ottocentesco dove, al piano terra, ha sede il laboratorio.

In ballo c’è l’ennesimo "progetto di rigenerazione" - l’area è di prestigio, a due passi da Missori - ma rimane un punto di domanda per la bottega aperta dal maestro dell’intaglio Carlo Sacchi nel 1968 e portata avanti poi dalle figlie che hanno proseguito la tradizione nel restauro del legno. Committenti delle sorelle Sacchi sono non solo gli antiquari ma anche la Sovrintendenza, il Museo Diocesano, la Triennale, la basilica di Sant’Ambrogio, quella di San Babila. Per dieci anni, dal 1988 al 1998, è stato una presenza fissa in bottega l’artista e designer Bruno Munari. "Il contratto di affitto (6+6) è scaduto a settembre 2021, non abbiamo avuto la possibilità di trattare su una proposta di revisione del canone ad almeno 24mila euro annui, contro i circa 14mila attuali. Quest’anno è arrivato lo sfratto esecutivo. Il giudice ha sospeso il procedimento, invitando alla mediazione. Al momento, nonostante tre incontri, la procedura non si è conclusa e non sappiamo se ci sarà una causa e fino a quando potremo rimanere. Continuiamo a pagare l’indennità di occupazione, circa 1.300 euro al mese" dettaglia la restauratrice Mariangela. "Alternative? Stiamo cercando uno spazio da 70 metri quadri ma in centro non troviamo nulla perché, ci confidano i custodi, i laboratori sono diventati tutti appartamenti affittati a breve termine, bed and breakfast e location per eventi. Andare in provincia? I nostri committenti sono tutti milanesi, se diventa complicato raggiungerci si rivolgeranno alla concorrenza". Annamaria Lazzari