MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Le lacrime degli amici di Momo. Fiori e messaggi appesi al semaforo: "Solo dolore. Nessun colpevole"

Il ventenne si è schiantato in via Marco d’Agrate. Conforto anche alla madre Malika, "non la lasceremo sola"

Il ventenne si è schiantato in via Marco d’Agrate. Conforto anche alla madre Malika, "non la lasceremo sola"

Il ventenne si è schiantato in via Marco d’Agrate. Conforto anche alla madre Malika, "non la lasceremo sola"

I mazzi di fiori appesi al semaforo tra via Marco d’Agrate e via Cassano d’Adda aumentano con il passare delle ore. Tra rose, girasoli e margherite fanno capolino anche biglietti con parole in arabo. "Riposa in pace Moho. Che Allah sia con te", traducono alcuni amici del ventenne a cui sono dedicati. Sono tutti per Mahmoud Mohamed, morto mercoledì all’alba dopo essersi schiantato con il TMax che stava guidando, dopo aver incrociato – alle 3.27 – una pattuglia della polizia in viale Ortles. È fuggito, forse preoccupato dalla prospettiva di essere controllato e sanzionato per la seconda volta in due mesi perché senza patente. Dopo meno di un chilometro ha sbandato, finendo contro lo spartitraffico semaforizzato all’angolo tra via Cassano d’Adda e via Marco d’Agrate. Un impatto che non gli ha lasciato scampo: è morto poco dopo all’Humanitas. Un impatto che ha ricordato drammaticamente quello costato la vita a Ramy Elgaml, il diciannovenne egiziano deceduto lo scorso 24 novembre a 850 metri di distanza, all’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta, dopo una fuga di otto chilometri iniziata in viale Monte Grappa con un alt dei carabinieri ignorato dal conducente Fares Bouzidi. Stavolta non c’è stato nessun alt. Nessun lampeggiante azionato. Momo ha sbandato, sull’asfalto reso scivoloso dalla pioggia.

Certo è che Momo e Ramy erano amici. Sui profili social e su siti di area antagonista ci sono foto in cui sono uniti. Insieme fin da quando erano ragazzini. Cresciuti al Corvetto. Mercoledì sera, un gruppo si è ritrovato attorno al semaforo dove il ventenne – avrebbe compiuto 21 anni il 28 giugno – si è schiantato. "Lo faremo ancora. Per ricordarlo e farci forza l’un l’altro. Non ci sarà altro, nessuna polemica. Non c’è nessuno con cui prendersela: è successo", fa sapere ora uno degli amici. Di Momo dice che "amava giocare a calcio e divertirsi nei locali. Amava la musica e noi lo chiamavamo anche “Kassimi“ per la somiglianza con il rapper che amava (italo-marocchino di 22 anni, ndr). Durante la settimana lavorava come elettricista. Fuori dalla porta di casa, in via Pomposa, ieri erano appoggiati ombrelli. "Le nostre madri sono andate a trovare quella di Momo, Malika. La mia è rimasta al suo fianco fino a notte fonda", conclude.