NICOLA PALMA
Cronaca

Le gang della banconota a Milano. Così due bande di ladri depredavano gli anziani: "Rubiamo qui da anni"

Dieci sudamericani arrestati dai carabinieri: inchiesta su 27 colpi. Le ronde quotidiane agli sportelli bancomat e i pensionati raggirati. In tre presi in flagrante l’8 maggio dopo un raid in via Lorenteggio.

Le gang della banconota. Così due bande di ladri depredavano gli anziani: "Rubiamo qui da anni"

Le gang della banconota. Così due bande di ladri depredavano gli anziani: "Rubiamo qui da anni"

Milano – "Ieri ho lavorato tutto il giorno con Cabo e a un certo punto abbiamo fatto 500 a testa e gli ho detto: compare, basta così, abbiamo fatto 500 euro, fermiamoci qui, non lavoriamo più". Ore 7.23 del 16 aprile 2024. Julio Cesar Jaime Sal Y Rosas conversa del suo “lavoro” al telefono con la compagna. E lo stesso farà dieci ore dopo, quando la donna le chiederà dell’affitto in scadenza: "Io sto lavorando, sono davanti alla banca... devi pensare che mi possono prendere se mi distraggo". Il “lavoro” di cui parlava continuamente il quarantaquattrenne peruviano consisteva nel prendere di mira gli anziani che si recavano al bancomat e depredarli con la tecnica della banconota.

Il modus operandi di due gruppi collegati tra loro, dai ruoli poco definiti e senza un capo a dare ordini, è stato ricostruito da un’indagine dei carabinieri della Sezione operativa e della Compagnia di Rho, coordinati dal maggiore Daniela Nuzzo, che giovedì scorso hanno notificato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a Sal Y Rosas e a nove complici, di cui sei uomini e tre donne; di questi, sette erano già reclusi per altre cause o perché fermati in flagranza. L’inchiesta, iniziata a febbraio, ha messo in fila 27 colpi con il medesimo schema, riuscendo ad attribuire ad alcuni degli indagati anche raid avvenuti nel 2023. Funzionava così.

I sudamericani, spesso in quattro e altre volte in cinque-sei, sceglievano un istituto di credito di Milano o dell’hinterland e trascorrevano ore a monitorare ingressi e uscite: privilegiavano le filiali di Intesa Sanpaolo, che hanno un’area interna con diversi bancomat. Quando la vittima designata, sempre un anziano, entrava per ritirare i soldi (500 o 1.000 euro nella stragrande maggioranza dei casi), uno degli operativi si sistemava davanti allo sportello di fianco, fingendo di svolgere operazioni bancarie. Al momento di prendere i contanti dalla fessura, un altro sudamericano dava un colpo sulla spalla del malcapitato, attirando la sua attenzione e avvisandolo di aver perso una moneta o una banconota, lanciata intenzionalmente a terra; bastava quell’attimo di disattenzione per consentire al primo uomo di prendere i soldi e allontanarsi.

In strada c’erano uno o più pali a controllare che nessuno si accorgesse di quello che stava succedendo. Al derubato non restava che chiamare il 112, anche se in alcuni casi le querele non sono state neppure presentate "per la ritrosia o la vergogna a denunciare di essere stati “raggirati”", annota il gip Fabrizio Filice. I ladri erano particolarmente accorti, forti dell’esperienza criminale certificata dai numerosi precedenti specifici: cambiavano continuamente schede e utenze telefoniche e usavano la tecnologia Voip per comunicare. "Noi rubiamo da tanti anni, rubiamo qui in questo Paese...", l’inconsapevole confessione di Sal Y Rosas alla sessantenne Monica Luisa Saldana Guardamino. Passo dopo passo, gli investigatori sono riusciti a ricostruire la rete di contatti. Fino all’8 maggio, quando hanno arrestato i due e il ventunenne Cesar Fabricio Ortiz Valdiviezo all’uscita dalla filiale Intesa di via Lorenteggio 70: il più giovane dei tre aveva ancora in mano i 500 euro appena portati via a un uomo di 78 anni.