REDAZIONE MILANO

Le città dei ragazzi in un circo

C’è un filo rosso tra “Le città invisibili”, il romanzo di Italo Calvino e in particolare quella che lui...

C’è un filo rosso tra “Le città invisibili”, il romanzo di Italo Calvino e in particolare quella che lui...

C’è un filo rosso tra “Le città invisibili”, il romanzo di Italo Calvino e in particolare quella che lui...

C’è un filo rosso tra “Le città invisibili”, il romanzo di Italo Calvino e in particolare quella che lui chiama Bauci, e il mondo dei ragazzi, spesso distanti, incompresi come la città che appena si affaccia fra le nubi; sospesa su trampoli "come gambe di fenicottero" che rimandano a un mondo circense. Così ecco che il filo si concretizza in laboratori che hanno coinvolto studenti delle primarie e delle medie nei Municipi 2 e 9 di Milano: partendo dalla lettura dell’opera di Calvino oltre trecento ragazzi sono diventati protagonisti di uno spettacolo di circo contemporaneo della compagnia Quattrox4, in cui le discipline circensi, dall’acrodanza alla giocoleria, dal "mano a mano" alle scale di equilibrio, s’alternano con il coinvolgimento diretto del giovane pubblico.

Bauci - Circo delle Città invisibili”, regìa di Clara Storti, già applaudito al Romaeuropa Festival, sarà dunque in scena fino al 2 giugno al BiG (Borgo intergenerazionale Greco), con 20 repliche tra matinée per le scuole e appuntamenti aperti al pubblico nei fine settimana. Si tratta di un progetto di inclusione della Fondazione Eos (Edison Orizzonte Sociale) con Fuori Asse Kids e il supporto di ABCittà, cofinanziato da Fondazione Cariplo e dal Comune: "Attivare percorsi come questo significa costruire spazi sicuri di ascolto, espressione e crescita per i più giovani, in un momento storico in cui molte ragazze e ragazzi rischiano di sentirsi ai margini, inascoltati dagli adulti – spiega Francesca Magliulo, direttrice di Fondazione Eos –. I laboratori non sono solo attività culturali, ma inviti a prendere parola, a immaginare, condividere. E lo spettacolo di circo partecipativo è la prova concreta di quanto sia potente il loro sguardo, un invito agli adulti a mettersi in ascolto".

Antonio Petrucci