
Giambattista
Anastasio
Pietro Macconi, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, prima del merito, il metodo: una mail inviata direttamente alle scuole, sebbene lei non sia né l’assessore competente né il presidente della Regione né abbia ruolo o poteri specifici.
"Sì, l’ho inviata a circa duemila scuole per ora. Ma in tutto ho diecimila indirizzi. Non ci trovo nulla di strano in questo: sia come privato cittadino sia come consigliere regionale lombardo ho il diritto e il dovere di mettere in guardia i dirigenti scolastici dal compiere atti illegali, quali sono, a mio avviso, le attivazioni delle carriere alias nelle nostre scuole".
Nella sua mail c’è un avvertimento, una diffida, quasi una minaccia seppur tra le righe: l’eventuale intervento del Ministero dell’Istruzione, da lei sollecitato.
"Niente di tutto questo. Il mio è un avviso inviato con atteggiamento fraterno ai dirigenti scolastici e ai docenti della Lombardia perché non proseguano sulla strada intrapresa. Nessuno li ha autorizzati, nessuno può autorizzarli".
E l’autonomia scolastica?
"Nessuna norma dello Stato, neppure l’autonomia scolastica, a mio avviso, attribuisce alle scuole la facoltà di accettare che gli alunni cambino il proprio nome. La natura e gli scopi dell’autonomia scolastica sono ben altri. È sufficiente il nome anagrafico: basta quello per tutto, punto".
Il Ministero dell’Istruzione le ha fatto pervenire qualche risposta?
"Per il momento no".
Lei ha concordato col partito l’invio della mail?
"Le mie posizioni in merito alle carriere alias sono note".
Insieme ad altri consiglieri regionali di FdI, ha firmato anche una mozione in Consiglio regionale dove si chiede di attivare una ricognizione delle scuole che prevedono le carriere alias e di informarne il Governo. Dall’opposizione le hanno definite liste di proscrizione.
"Io ne faccio sia una questione di legittimità sia una questione politica. La legittimità delle carriere alias, come ho più volte ripetuto, non c’è. Quanto alla politica, a me sembra ovvio che la prima azione politica sia stata compiuta dai dirigenti scolastici che hanno condiviso le carriere alias nelle scuole e che le hanno rese possibili. Sono diversi, tra l’altro (in realtà sono 244 in Italia, di cui 33 in Lombardia, stando ai dati dell’Agedo, l’Associazione Genitori di Omosessuali ndr), e questo fa presupporre che ci sia stato un accordo tra di loro. Io, a mia volta, ho il diritto di intraprendere un’azione altrettanto politica e mettere in guardia i presidi".