La lotta di Patrizia: "Con 860 euro al mese non si vive, spesa da Caritas e addio affitto"

Da 17 anni vigilante in un ospedale, stipendi sempre più magri: non ho neanche i soldi per il treno. "Fa ancora più rabbia lo sfruttamento in una città ricca come Milano, abbiamo diritto alla dignità"

Patrizia Balsano ha 56 anni. Vive a Lodi e lavora a Milano

Patrizia Balsano ha 56 anni. Vive a Lodi e lavora a Milano

Milano - La giornata di Patrizia Balsano inizia all’alba, quando prende il treno da Lodi per raggiungere l’ospedale milanese dove presta servizio come vigilante non armato, dipendente della società di servizi che ha in mano la gara d’appalto. Così per cinque giorni su sette, otto ore al giorno, per uno stipendio di 860 euro al mese che nei periodi migliori arriva a sfiorare la soglia dei mille euro. "Queste paghe non consentono di vivere dignitosamente – si sfoga Patrizia – e chi consente uno sfruttamento del genere è colpevole".

Patrizia, come riesce a far fronte alle spese quotidiane?

"Sono costretta a integrare con altri lavori che in pratica mi tengono occupata fino a sera tardi, per tutti i giorni, senza fermarmi mai. Ma anche questo non basta. Sono costretta ad andare tutti i mesi alla Caritas per prendere olio, pacchi di pasta, riso per far fronte almeno alle necessità di tutti i giorni. All’inizio mi vergognavo: per chi non ha problemi è difficile immaginare quanta gente, di tutti i tipi, si trova in situazioni disperate. Non riesco neanche a pagare l’abbonamento del treno per andare da Lodi a Milano, sono indietro con le rate dell’affitto. Devo trovare ogni giorno un espediente diverso per riuscire a risparmiare".

Quanto paga di affitto?

"Vivo in una casa popolare, e il canone è di circa 300 euro al mese. Mi sono trovata a dover fare una scelta: o pago l’affitto o pago le bollette, che sono aumentate come per tutti. Non ho i soldi per sostenere entrambe le spese, considerando che sono una donna separata con due figli".

I suoi figli lavorano?

"Per fortuna mio figlio ha appena trovato lavoro. Anche mia figlia cerca di contribuire, per quanto è possibile, alle spese della famiglia. Ma c’è una cosa che fa ancora più rabbia".

Quale?

"Il fatto di ricevere una paga da fame in una città come Milano, nella capitale della moda e della finanza, dove girano tanti soldi che finiscono sempre nelle tasche di pochi. Quando vedo i grattacieli, la facciata luccicante, aumenta la mia amarezza".

Le imprese continuano a lamentare difficoltà nel trovare personale. Ha provato a cercare un nuovo lavoro?

"Io ho 56 anni, e una donna della mia età per il mercato del lavoro è invisibile. Lavoro come vigilante da 17 anni e lo stipendio invece di aumentare si è sempre ridotto, nonostante il costo della vita continui a crescere. Pensi che un collega ha dovuto pure vendere la macchina, perché non riusciva più a sostenere le spese".

Quanto prendeva in passato?

"Prendevo 1250 euro al mese, che non è molto ma consentiva di vivere. Poi hanno cambiato contratto, hanno ridotto gli stipendi tagliando anche notturni e straordinari con la formula del “prendere o lasciare“. Siamo andati anche in causa. Il problema è che questi riescono sempre a trovare personale, se ce ne andiamo noi arrivano altri. Voglio denunciare questa situazione perché noi lavoratori invisibili dobbiamo uscire allo scoperto, abbiamo il diritto a una vita dignitosa. È questo il nostro messaggio per la politica".

 

 

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