
Milano, 11 novembre 2023 – L’incontro tra una multinazionale della consulenza aziendale e una Fondazione che ha come missione l’inclusione delle persone che vivono in una condizione di marginalità ha fatto sì che 82 persone con disagio psichico potessero firmare un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato negli ultimi 5 anni. Un dato relativo a Milano e hinterland, l’area nella quale si è concentrato il maggior numero di inserimenti lavorativi tra quelli creati grazie a questa iniziativa. In tutta Lombardia gli inserimenti lavorativi, infatti, sono stati 109. E in Italia 122. La multinazionale in questione è Accenture che, per l’esattezza, ha partecipato al progetto per il tramite della Fondazione Italiana Accenture. Al suo fianco la Fondazione Pino Cova, che ha come scopo l’inserimento delle persone con disabilità e di coloro che vivono in condizioni di marginalità, e Progetto Itaca.
I contenuti del progetto
Il progetto ruota intorno alle Job Stations, vale a dire: spazi di lavoro nei quali le persone con disabilità ricevono una formazione orientata ai profili professionali richiesti dalle aziende e possono quindi intraprendere un proprio percorso professionale anche assistiti, in caso di necessità, da tutor e psicologi esperti.
Il lavoro può essere svolto da remoto, quindi dalla Job Station di riferimento, in presenza in azienda o, ancora, si possono combinare le due modalità, alternando giorni in presenza e giorni da remoto. Ad oggi le Job Stations attive in Italia sono 9 per un totale di 105 percorsi di inclusione. Le aziende che hanno scelto di reclutare personale formatosi nelle Job Stations sono 31.
"Partiamo dalle figure richieste dalle imprese" spiega Alberto Lapi, responsabile delle Relazioni con i dipendenti di Accenture. "In progetti come questi l’ecosistema è fondamentale" sottolinea Lucia Borso, direttrice della Fondazione Pino Cova.
I settori più frequentati
Nel dettaglio, i partecipanti al progetto Job Stations hanno trovato lavoro nei settori della contabilità aziendale, della gestione delle forniture e degli appalti, nella progettazione di prodotti o servizi del mondo ospedaliero ma anche nell’Information Technology.
Nel 60% dei casi sono stati attivati contratti a tempo indeterminato o determinato, nel restante 40% si è trattato di tirocini. L’età delle persone con disagio psichico inserite nel mondo del lavoro grazie alle Job Stations va dai 30 ai 50 anni.
Quello di Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Pino Cova e Progetto Itaca è un contributo per risolvere un tema sul quale c’è ancora da fare. Il quadro, a livello nazionale, lascia a desiderare. Il diritto al lavoro, quando si tratta di persone con disabilità, è spesso negato o ostacolato da pregiudizi. In Italia, secondo i report dell’Istat, sono 3 milioni 150 mila le persone con disabilità (il 5,2% del totale delle popolazione) e tra questi solo il 32% di quelli in età lavorativa risulta inserito professionalmente, spesso (nel 30% dei casi) ad un livello di impiego che non corrisponde alle qualifiche in possesso.
"La disabilità psichica spaventa ancora molto – nota Paolo Ferrario, presidente della Fondazione Pino Cova e del Gruppo E-work – e sono fermamente convinto che la vera ragione sia l’ignoranza. Parlarne, diffonderne la conoscenza, raccontare le soluzioni e le strade percorribili, ancora una volta camminando assieme, pubblico e privato, credo sia un pezzetto di soluzione".
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