Lavoro Milano, boom di dimissioni volontarie tra le donne

Sempre più difficile conciliare impiego e cura dei figli. Il bilancio: recuperati 30 milioni di euro grazie alle vertenze

In particolare si registra una crescita delle dimissioni da parte delle donne

In particolare si registra una crescita delle dimissioni da parte delle donne

Oltre ottomila pratiche per le dimissioni volontarie passate, nel 2021, negli uffici lombardi nella Cisl. Un dato che conferma il boom di persone che lasciano il lavoro, registrato negli anni della pandemia, per ricollocarsi in nuovi settori e anche per la difficoltà nel conciliare vita e lavoro. Difficoltà che riguardano soprattutto le donne. Nel 2020 circa 33mila lavoratrici madri in Italia hanno chiesto le dimissioni per la loro difficoltà a conciliare casa e lavoro, secondo una ricerca della piattaforma Parentsmile. Il bilancio sulle vertenze passate nel 2021 attraverso gli uffici Cisl sul territorio lombardo fanno emergere anche una serie di altri problemi non mondo del lavoro. Sono pari ad oltre 30milioni di euro (esattamente 30.018.893) le risorse economiche recuperate nel 2021 a favore dei lavoratori, grazie all’attività degli uffici vertenze della Cisl Lombardia. Oltre 7.300 i lavoratori seguiti l’anno scorso, tra vertenze (4.601) e procedure fallimentari (2.751).

Sono solo alcuni numeri del report sull’attività 2021, a cura del coordinatore regionale Antonio Mastroberti, che sottolinea: "Il contenzioso si è confermato stabile e inferiore agli anni pre-Covid, sicuramente a fronte del blocco dei licenziamenti e, negli anni, anche di una legislazione che ha liberalizzato la contrattazione a termine e ridotto le tutele".

La sfida per l’immediato futuro arriva dalla crescente smaterializzazione del luogo e dell’orario di lavoro. "Ci aspettiamo contenziosi in relazione al diritto alla disconnessione - afferma Mastroberti -, al diritto alla privacy, piuttosto che al controllo da remoto, al diritto alla salute, o al mancato raggiungimento degli obiettivi". "Così come aumenteranno i contenziosi - aggiunge - su eventuali discriminazioni sull’uso dello smart working: lavoratori collocati in smart senza accordi, piuttosto che mancate concessioni del lavoro agile a fronte di documentate esigenze". Quanto alle tipologie di vertenze aperte nel 2021, a giocare la parte del leone è il recupero crediti, con 2647 casi, pari al 57,5% del totale. Seguono: le conciliazioni (632 casi), le opposizioni al licenziamento (553), il controllo delle buste paga (292), i contratti irregolari (157), risarcimento danni (134), i provvedimenti disciplinari (63), le violazioni di norme contrattuali (17). Le situazioni “varie” sono state 106.

Il settore che registra il contenzioso più alto rimane sempre quello dei servizi e del terziario, con 2253 vertenze (il 51%), a causa della tipologia di aziende, medio-piccole, e all’esigenza, dettata spesso da una concorrenza non regolata, di conciliare flessibilità e costo del lavoro. Nell’ultimo anno, tra l’altro, il commercio online ha fortemente messo in discussione il commercio tradizionale, aprendo scenari nuovi da capire e intercettare. Seguono il settore metalmeccanico (861, il 19%), a fronte della presenza di numerose aziende artigiane, e a ruota l’edilizia (420, il 9%) ed i trasporti (369, l’8%). Infine, anche gli uffici vertenze della Cisl Lombardia confermano il recente fenomeno dell’elevato ricorso alle dimissioni volontarie: oltre 8000 le pratiche effettuate nel 2021.

 

 

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